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Ranieri: 'La Nazionale? Mai dire mai...'

Ranieri: 'La Nazionale? Mai dire mai...'

Claudio Ranieri, l’artefice della favola Leicester, si sbottona in una lunga intervista ai microfoni del Corriere dello Sport. Il tecnico italiano ripercorre le tappe più importanti della sua carriera e svela come è nata l’idea di diventare un allenatore di calcio: “In primo luogo per curiosità, la voglia di mettermi alla prova. Volevo verificare se capivo davvero di calcio, che, in fondo, è una scienza. Non esatta, certo, ma una scienza. Tutti sono allenatori e tutti pensano che sia semplice, quello che poi vedono in campo. Io volevo capire se riuscivo a far vivere, tra i ragazzi, il mio spirito, le mie idee, la mia concezione del calcio e, forse, dei valori giusti della vita. Da giocatore ero molto sensibile e mi piacevano gli allenatori con i quali si poteva parlare e farsi capire. Credo che questa sia una mia caratteristica, cercare di capire ogni singolo ragazzo per metterlo in condizione di dare il meglio, con gli altri”.

INTER - Ranieri allenò anche l’Inter nella stagione 2011-2012… “Il mio problema, paradossalmente, fu che andammo troppo bene all’inizio: sette vittorie consecutive, primi nel girone di Champions. Poi la squadra ebbe un calo e la situazione si fece difficile. Con Moratti ho mantenuto un ottimo rapporto. Anche perché io sono sempre stato molto chiaro con i Presidenti. Se mi chiamano li ascolto. Se il loro progetto mi convince, lo sposo totalmente e mi faccio in quattro per attuarlo. Ma poi, sul piano tecnico, nessuno deve dirmi nulla, deve cercare di influenzare le mie scelte. Sono io che rispondo di quello che faccio, nel bene e nel male. Non consento che nessuno mi dica di cosa debbo fare nel mio campo, come io non mi impiccio del lavoro altrui”. 

NAZIONALE - Accostato alla Nazionale italiana per il dopo-Conte, prossimo allenatore del Chelsea, Ranieri svela i problemi incontrati alla guida della selezione greca, nel non lontano 2014: “Il calcio riflette la società e quel paese ha vissuto e sta vivendo momenti difficili. Dal punto di vista calcistico la nazionale ellenica aveva fatto molto bene ai Mondiali. Ma c’era da compiere un passaggio di generazione, succede. È successo anche all’Italia. Io cercavo nuovi talenti ma non era facile. Sa quanti giorni in tutto, per quattro partite, ho avuto a disposizione i giocatori? Dodici. Non sono mai riuscito a fare una amichevole per il difficile equilibrio tra nazionale e club che anche Antonio Conte ha denunciato come problema. Io devo vivere con i ragazzi, devo allenarli tutti i giorni, devo capirli, condividere le loro ansie e i loro problemi, aiutarli a diventare buoni giocatori e persone giuste. Sono allenatore da club, più che da nazionale”.

CONTRATTO COL LEICESTER - Quindi Ranieri non s’immagina proprio sulla panchina degli Azzurri in vista del Mondiale in Russia del 2018: “Guardi, io ho un impegno triennale con il Leicester e ora sono concentrato su questo, come immagina. Devo fare e voglio fare un buon lavoro, per questo club. Poi non so, non si può mai dire mai. Ma le ho detto le mie caratteristiche di allenatore…”. 
 

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