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  • Recoba e quel gol all'Empoli: 'C'era vento e... tirai in porta'

    Recoba e quel gol all'Empoli: 'C'era vento e... tirai in porta'

    La Gazzetta dello Sport intervista il Chino Recoba: "Ronaldo il migliore con cui ho giocato, poi Ibra e Baggio. L’Inter di oggi? Non mi piace e la Serie A non la guardo neanche in tv". 

    La stella cometa nel 1998 è arrivata a Empoli con 20 giorni di ritardo. Domenica 25 gennaio, l’Inter di Simoni va a Empoli. Pochi mesi dopo, Ronaldo e Iuliano faranno il crash test più famoso della storia d’Italia. L’Empoli è avanti 1-0 quando entra il Chino Recoba. È già la seconda metà del secondo tempo ma Empoli-Inter non sarebbe stata più la stessa. Il Chino quel giorno segnò da metà campo, alzando la testa e mettendo la palla oltre Roccati. I giornali del lunedì lo paragonarono a Maradona e scrissero che Ronaldo sarebbe apparso nudo in uno spot per il Superbowl. Aggiornamenti a 17 anni di distanza: Ronaldo ha perso appeal ma il Chino continua a disegnare col sinistro. Gioca in Uruguay, con il Nacional, e nell’ultimo derby contro il Peñarol ha segnato al 95’ su punizione. Un gran tiro, un’altra stella cometa: metà Montevideo ancora festeggia. Il Chino quel giorno è salito al livello di mito. Anche ieri, a fine allenamento, ha firmato autografi nell’atrio del Parque Central, lo stadio in cui volevano costruire una sua statua. Non sapeva che oggi si giocherà un altro Empoli-Inter. Empoli 1998-Empoli 2015. 

    Che cosa resta dopo 17 anni?
    “Tanto, mi ricordo bene. Simoni non mi faceva giocare, andavo sempre in tribuna come extracomunitario. Ze Elias però quella volta non c’era e mi sono trovato per caso in panchina”.

    Poi in campo.
    “Quando sono entrato, ho visto Roccati un po’ fuori: volevo tirare da lontano ma ho cambiato idea. Dopo qualche minuto, ho visto che faceva due passi avanti e c’era vento a favore. Ho tirato”.

    Il gol più bello della carriera?
    “Non lo so, non lo so davvero. Anche quello al Brescia non era male. Il più importante, però, è quello del 2014 al Peñarol. In Uruguay ci sono solo due squadre e la gente parla tutto il giorno di Nacional e Peñarol”.

    Un gol da statua.
    “No, al Parque Central c’è la statua di Gardel, il re del tango, e basta quella. Il presidente ha detto che me ne avrebbe fatta una ma era una battuta. Io l’ho detto subito, non se ne parla”.

    Dell’Inter di Thohir invece si può parlare?
    “Mah, devo essere sincero, mi piace poco. Cioè, in realtà mi piace poco tutto il calcio di adesso. C’è l’idea che se non giochi come il Barcellona non fai bel calcio. Poi io non guardo la Serie A, neanche in tv”.

    Si dice che Gaston Pereiro sia il prossimo campione. Intanto si è tatuato la faccia del suo idolo: Recoba.
    “Un matto, è un matto. No, dai, mi vede come io vedevo Ruben Sosa e Francescoli, i migliori negli anni Novanta”.

    E i migliori tra i compagni?
    “Ronaldo, poi Zlatan ma anche Baggio e Bati, ho giocato con loro quando non erano nel momento migliore. Poi Peruzzi, Toldo, Davids…”.

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