Anagraficamente parlando, Davide Dionigi da qualche settimana è l'allenatore professionista più giovane in Italia, avendo assunto il ruolo di tecnico del Taranto. 'Mai avrei pensato che mi sarebbe capita un'occasione simile, ma quando il presidente, con cui ero rimasto in contatto nei due anni in cui vi ho giocato, me lo ha chiesto, non ci ho pensato su due volte. In Lega Pro c'è molta intensità, anche se dal punto di vista qualitativo è evidente il salto rispetto al campionato cadetto - dichiarato a Radio Toscana il 36enne ex attaccante modenese -. Lavorare con trentuno giocatori in rosa non è semplice, anche se ho la fortuna, ad oggi, di avere un gruppo molto intelligente'.

'A Reggio Calabria mi legano tanti bei ricordi: quattro-cinque anni che non dimentico, soprattutto il titolo di capocannoniere in B, e anche adesso è forte il legame con la dirigenza - ha aggiunto Dionigi, introducendo la sfida di Tim Cup di questa sera al Franchi -. Mi dispiace solo che l'ultima avventura in maglia granata non finì benissimo per via dei rapporti non perfetti con l'allora tecnico Mazzarri. Sono felice della promozione nel 2000, perché non è mai semplici, una volta retrocessi, risalire subito in A. Quest'anno la squadra di Atzori sta facendo bene, ha un settore giovanile importante. Il d.s. Giacchetta sta lavorando al meglio sui giovani: alcuni di loro sono curioso di vederlo all'opera stasera contro la Fiorentina, sicuramente favorita per il passaggio del turno. Anche nei viola ho visto che si punta molto su dei ragazzi emergenti, pur con la massima attenzione. Serve pazienza con chi calca per le prime volte la scena del calcio professionistico, anche se la strada giusta è soprattutto fare rose limitate, in cui i giovani vengono inseriti quasi obbligatoriamente, in modo da dargli una continuità di impiego ed un rapporto costante con la prima squadra'.