Decimo cambio di allenatore nelle ultime quattro stagioni, per la terza volta (non consecutiva) tre tecnici assunti o richiamati nello spazio dello stesso campionato (e l'attuale non si è ancora concluso). Roberto Breda mandato via a inizio di gennaio con la Reggina al sesto posto, in piena area playoff, dopo un girone d'andata positivo e superiore alle aspettative; Roberto Breda richiamato dopo 100 giorni di anonima gestione Gregucci, con la squadra scivolata in decima posizione, a otto lunghezze dai playoff e il suo giocatore-rivelazione, Antonino Ragusa, piombato nell'oblio e autore di un solo gol dopo un folgorante inizio (6 reti) e la meritata convocazione nell'Under 21. Se non è confusione questa... Nello scorso torneo Gianluca Atzori, efficacemente rilanciato dall'aria dello Stretto, che però saluta la compagnia - in direzione Sampdoria - dopo appena un anno di permanenza e addirittura alla vigilia dei playoff sorprendentemente conquistati. Forse il segnale che a Reggio Calabria non c'è più un progetto?

È indubbio che mantenere la categoria senza sparire, come avvenuto in altre piazze (a cominciare dai dirimpettai giallorossi), sia già un grande successo. La valorizzazione di giovani, cresciuti o ingaggiati e poi ceduti per fare cassa (vedi gli ultimi esempi di Missiroli e Acerbi), in casa amaranto è l'unica strada che viene seguita per sopravvivere. Ma allora è inutile fare proclami, parlando ancora di playoff o di chissà quali traguardi. Gli errori di strategia sono evidenti e la risposta sul perché i tifosi sono in crisi di affetto e disertano il 'Granillo' non è poi difficile da indovinare. Non resta quindi che sperare in un finale di stagione a testa alta, invertendo una tendenza che con Gregucci ha fruttato 17 punti in 13 partite, cioè una media da playout.

(Gazzetta del Sud)