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  • Reggina-Siviglia:|'Smetto, non ho più stimoli'

    Reggina-Siviglia:|'Smetto, non ho più stimoli'

    Niente Reggina, niente Germania, niente Atalanta. Sebastiano Siviglia ha detto basta, decidendo di appendere le scarpe al chiodo dopo una lunga ed onorata carriera. Il difensore nativo di Palizzi, si è concesso in esclusiva ai microfoni di Reggionelpallone.it.

     

    Come sei arrivato a questa decisione?

    “La Reggina non c’entra nulla nella scelta che ho fatto. Ho voluto mettermi in discussione nelle due settimane di allenamenti per vedere se fossi nelle condizioni di poter tornare a giocare. Legarmi ai colori amaranto significava per me come andare a vincere un campionato, ma a 38 anni vengono meno gli stimoli e la forza, così ho deciso di fermarmi”.


    Hai dato la notizia alla Reggina?

    “Si. La cosa importante era salvaguardare un bellissimo rapporto con Lillo Foti che si è comportato benissimo, da quel signore che è sempre stato.  Anche mister Atzori, e tutti i compagni di squadra che ho conosciuto, mi hanno fatto una bellissima impressione”.

    Ci sono state trattative negli ultimi giorni?
    “Assolutamente no. Non ho parlato con nessuno. Preferisco fermarmi qua. Questo è il calcio, se non ci sono voglia e stimoli inutile proseguire, anche perché non è come andare in ufficio e timbrare il cartellino. Uscire a testa alta è molto meglio, perché se decidi  di trascinarti in campo, potresti compromettere quanto di buono avevi fatto in passato”.

    Quanto ti mancherà il mondo pallonaro?
    “E’ stata una parte meravigliosa della mia vita. Ho pianto, ho gioito, ho fatto immensi sacrifici e rinunciato a tante cose. Però mi ha dato tantissimo sotto tanti altri aspetti”.

    Da oggi in avanti come cambierà la tua vita?
    “Adesso sono nella mia casa a Palizzi e domani (domenica, ndr) con la mia famiglia ritorneremo a Roma”.

    Ti staccherai dal calcio?
    “Non potrei. Vorrei intraprendere la carriera di allenatore. Sono in possesso del patentino di 3^ categoria e a giugno prenderò quello di 2^ , a Coverciano”.

    Chi è stato il personaggio che ti ha colpito maggiormente nei tuoi 21 anni di carriera, sia sotto il profilo calcistico che  sotto il profilo umano?
    “Ho avuto tanti presidenti e allenatori carismatici, ma Lotito è stato un presidente particolare diverso dagli altri. Mi ha dato tantissimo anche come uomo e mi ha colpito molto sotto l’aspetto lavorativo. Ci sono stato 6 anni e ha fatto tanto per me”.

    La tifoseria che più delle altre ti ha voluto bene?
    “Con tutti i tifosi ho avuto un buon rapporto.  Posso citare ancora una volta la Lazio perché ci sono stato più a lungo, e con quella maglia  ho raccolto le maggiori gratificazioni: anche se alla fine ci siamo lasciati con un po’ di amaro in bocca, sono certo che ci sia stata sempre stima reciproca con la gente laziale".

     

    Il gol che non scorderai mai?
    “Come dicono a Napoli: “Ogni scarrafone è bello a mamma sua”, quindi non posso dire che uno è stato più bello dell’altro. Sono come le perle preziose e li ricordo tutti bene. Dico l’ultimo realizzato, con la Fiorentina di tacco. Così posso dichiarare di aver chiuso la carriera da trequartista e non da difensore”.  

    Il rammarico più grande?
    “Quello di aver perso con la Roma (2001-2002, ndr) 1 anno importante nel momento più delicato della carriera,  unito al non aver mai indossato la maglia azzurra della Nazionale. Comunque partire da Palizzi Marina e arrivare a sfiorare l’azzurro è stata sempre un’impresa”.

    Chiudi senza aver giocato mai con la Reggina: cos’è successo tanti anni fa?
    “L’ho sfiorata quella casacca, così come quella “azzurra. All’inizio, quando avevo 16 anni, e poi alla fine. Da ragazzino prima di andare all’Audax Ravagnese sono stato 15 giorni in prova proprio alla Reggina, ma per motivi che disconosco, la trattativa tra gli amaranto ed il Palizzi alla fine saltò".


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