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  • Rennes, l'anno della rivoluzione. Ma resta la maledizione di Amalfitano

    Rennes, l'anno della rivoluzione. Ma resta la maledizione di Amalfitano

    • Luca Zanetti
    Nel 2017 Morgan Amalfitano è riuscito a far parlare di sé non tanto per le sue qualità in campo, ma per aver raggiunto un record o quasi di cui non essere orgogliosi. Il centrocampista francese, infatti, ha giocato 18 partite e la sua squadra non è mai riuscita a vincere.  La striscia negativa parte dal gennaio scorso quando con il Lille disputa due incontri, entrambi pareggiati. La partita successiva contro il Lione non viene convocato e i suoi compagni vincono. Negli ultimi giorni di mercato invernale si trasferisce al Rennes: le sue prime 4 partite finiscono con 3 pari e una sconfitta. Morgan si fa male alla coscia e i rossoneri  tornano alla vittoria;  rientra per due partite, prima di avere una ricaduta che lo terrà fuori fino al termine del campionato, i punti raccolti tornano ad essere 2.

    La stagione 2017/2018 non inverte il trend negativo: con Amalfitano titolare o subentrante non si vince mai. I numeri diventano curiosi e alquanto sorprendenti da ottobre dove per 3 match non viene convocato e gli uomini di Christian Gourcuff ottengono 9 punti, torna a metà novembre contro il Strasburgo e perde nuovamente. Salta ancora 3 partite e i successi sono altrettanti, per poi  tornare a dicembre contro Metz, Psg e Monaco raccogliendo un solo gettone. Per trovare il suo ultimo trionfo bisogna tornare a più di un anno fa: era il 10 dicembre 2016 contro il Montpellier quando vestiva ancora la maglia del Lille. 

    LA STAGIONE DEL RENNES - L’inizio risulta essere complicato con una sola vittoria nelle prime 9 gare e il “misterioso” allontanamento di Gourcuff, padre dell’ex milanista Yohann che milita nella sua stessa squadra, il quale viene esonerato dopo tre affermazioni consecutive, quattro considerando la vittoria contro il Digione in Coppa di Francia: non era mai accaduto un fatto simile in Ligue 1. Tutto ciò avviene il 3 novembre scorso quando il neo-presidente Letang, chiamato per dare una svolta al club, assiste alla vittoria per 1 a 0 contro il Bordeaux e dopo un colloquio col tecnico decide senza un vero motivo logico di dargli il benservito, probabilmente di visioni calcistiche differenti. Al suo posto arriva Sabri Lamouchi, noto al nostro calcio per aver indossato le maglie di Inter, Genoa e Parma, con quest’ultima ha alzato anche una Coppa Italia. L’allenatore francese con passaporto tunisino ha il compito di raggiungere l’obiettivo stagionale, la salvezza. Al momento, è 9° in classifica a più 6 dalla zona retrocessione alla fine del girone d’andata a quota 25.

    COME GIOCA IL RENNES- A novembre, durante il giorno della presentazione, Lamouchi ha lasciato intendere che non era focalizzato unicamente su un sistema di gioco come lo era chi lo precedeva, il classico 4-4-2, bensì preferisce studiare a fondo le caratteristiche dell’avversario e mutare la propria formazione a seconda di chi dovrà affrontare. In questi due mesi principalmente ha schierato il 4-1-4-1 oppure il 4-2-3-1. Il primo viene utilizzato contro le contendenti dal tasso tecnico superiore per cercare di fare densità in mezzo al campo limitando la manovra rivale e non dare loro tempo di ragionare su qualsiasi tipo di giocata, quando il pallone viene recuperato l’intento è di verticalizzare il più possibile sull’unica punta Mubele Ndombe o al trequartista avanzato come attaccante centrale Khazri. Il secondo, invece, lo preferisce quando ci sono incontri più alla portata, provando a costruire gioco con gli esterni offensivi e cercare in continuazione gli inserimenti centrali dei due centrocampisti Siliki e Benjamin Andre durante il possesso, mentre in quella di non possesso gli esterni alti si abbassano e si presenta  un  4-4-1-1 difficile da scardinare, poiché i reparti lavorano in sintonia chiudendo numerose linee di passaggio. 

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