Calciomercato.com

  • Ribery, Chiesa e Castrovilli: è tornato il calcio a Firenze

    Ribery, Chiesa e Castrovilli: è tornato il calcio a Firenze

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    La Fiorentina è una squadra felicemente illogica, un pochino asimmetrica come direbbe Sarri, e straordinariamente convincente. Confessiamo che intorno alle 14,30 di sabato 14 settembre, quando nella tribuna stampa del "Franchi" sono arrivate le formazioni ufficiali di Fiorentina-Juventus, siamo rimasti perplessi. Era (sembrava) il primo 3-5-2 della stagione, con due centrocampisti centrali (Pulgar e Badelj) con caratteristiche diverse ma sempre due registi, e soprattutto due attaccanti (Chiesa e Ribery) senza un centravanti di ruolo. Il nostro primo pensiero (che si è rivelato più sbagliato che superficiale) è stato questo: la Fiorentina aspetterà la Juve per attaccarla in contropiede con Chiesa. Dopo 10 minuti, quel pensiero è scomparso. Attaccava la Fiorentina, si difendeva la Juve. Non era 3-5-2, ma 3-4-1-1-1 che potremmo spiegare così: Montella aveva avanzato Castrovilli nel ruolo di trequartista/mediano per bloccare Pjanic, che infatti è uscito subito di scena, poco più avanti Ribery a fare il trequartista/seconda punta e Chiesa infine oltre il francese.
    Da quel momento, Montella non ha più cambiato formazione e non ha più perso una partita. Non solo, ne ha vinte due, ne ha giocate bene due (contro Juve e Samp) , benissimo per 60 minuti un’altra (a Parma contro l’Atalanta) e incantato alla quarta (a San Siro contro il Milan). Sempre la stessa formazione per 4 gare di fila e c’è da credere che, se non ci saranno intoppi in settimana, il tecnico ripresenterà gli stessi 11 giocatori anche per la quinta gara consecutiva, domenica prossima contro l’Udinese.

    UNA SQUADRA NUOVA E VERA -  Ribery ha infuso nella Fiorentina un’energia che non si vedeva da anni. Non solo esperienza, classe, giocate, assist e gol, ma anche e soprattutto quel senso di leader che mancava: datela a me, io ve la restituisco ripulita e abbellita. Intorno c’è una squadra vera. Nelle ultime 4 partite la Fiorentina ha fatto 8 punti, segnato 7 gol e subiti 4, lo schieramento che sembrava illogico ha trovato un forte equilibrio, i due centrocampisti centrali proteggono una difesa che ora accetta di difendersi in parità numerica, come è successo a Milano, con Milenkovic su Leao, Pezzella su Piatek e Caceres su Suso. La sensazione è che la disposizione e soprattutto la composizione del trio abbia dato forza al sistema difensivo: contro due attaccanti (Milano esclusa, quindi), Caceres e Milenkovic fanno i marcatori, Pezzella il libero/regista, così tutti rispettano le proprie caratteristiche.
    In mezzo al campo, quando gli avversari sono incapaci di alzare il ritmo (leggi Milan), Badelj diventa padrone della manovra e Pulgar suo assistente. Non è il massimo come assortimento di coppia, ma finora i risultati e le prestazioni sostengono quasi il contrario. E poi fa sempre comodo uno che sa battere i rigori (tre su tre con la Fiorentina, che ha sbagliato il quarto perché l’ha calciato Chiesa...), le punizioni e gli angoli come Pulgar. In quel reparto è nato però un giocatore straordinario, Gaetano Castrovilli, pugliese di Canosa, 22 anni. Se abbiamo giustamente riconosciuto i meriti di Paulo Sousa nel lancio di Chiesa, lo stesso dobbiamo fare con Montella per Castrovilli. Su 6 partite, le prime 6 di Serie A, non ne ha sbagliata una. Per noi è un numero 8, un centrocampista che copre e si inserisce, un Parolo con più tecnica, più fantasia, più colpi, forse perfino con più personalità. Se un debuttante va a San Siro e lo illumina significa che c’è qualcosa di notevole nel suo calcio.
    Il resto lo fanno quei due davanti. Chiesa ha ritrovato l’ispirazione e nessuno ci leva dalla mente che sia stata la presenza, l’esempio di Ribery a riportarlo sulla giusta strada. L’intesa è già al top (vale come esempio definitivo il gol-capolavoro del francese a Parma contro l’Atalanta su assist stupendo del giovane Federico), hanno l’appoggio della squadra e, a loro volta, appoggiano la squadra. Il calcio è tornato a Firenze.

       

    Altre Notizie