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  • Rigoristi Milan, Sorrentino a CM: 'Il solo a pararlo a Kessie, non ti dà punti di riferimento. Ma Ibra non si discute'

    Rigoristi Milan, Sorrentino a CM: 'Il solo a pararlo a Kessie, non ti dà punti di riferimento. Ma Ibra non si discute'

    • Angelo Taglieri

    Gli occhi della tigre. Quelli che non mollano mai, quelli che ti fanno buttare il cuore oltre l'ostacolo, quelli che tirano fuori energie nascoste. E quelli che ipnotizzano. Rigoristi, principalmente. Ne sa qualcosa Stefano Sorrentino, che quegli occhi se li è voluti 'tatuare' pure sui guanti: 25 i rigori parati in carriera, uno dei quali a sua maestà Cristiano Ronaldo. Ma c'è anche un altro nome di lusso dentro quegli specialisti incantati, ipnotizzati, caduti nella trappola dell'ex portiere piemontese: Franck Kessie. Un solo tiro dagli 11 metri sbagliato in carriera: marzo 2018, Milan-Chievo, Kessie incrocia, Sorrentino vola. E oggi che il tema rigoristi in casa rossonera è così caldo, Stefano Sorrentino parla a calciomercato.com di Kessie e Ibra, i due prescelti del dischetto. Uno in rampa di lancio, l'altro che si sta facendo da parte.


    Stefano, lei è l'unico portiere che ha parato un rigore a Kessie. Come ha fatto?
    "Come tutti quanti, bisogna partire dal fatto che alla base c'è un pizzico di fortuna. Però, contemporaneamente, c'era un studio molto maniacale indipendente da chi fosse il tiratore. In settimana iniziavo a studiare, per poi arrivare al giorno della partita e vedere una clip fatta dal preparatore sui rigoristi avversari per vedere come li calciavano. Da lì partiva un nuovo studio: vedevo il risultato, lo stadio, se il giocatore arrivava da un momento positivo o negativo, se era un momento decisivo oppure no. Spaccavo il capello in quattro. Strategia che poi magari cambiava durante il rigore perché vedevo qualcosa che era diverso da quello che avevo visto e deciso. Vedevo anche il pallone sul dischetto del rigore, cosa faceva il rigorista. Erano tante le cose da guardare". 

    Più rigorista di Ibra? 
    "Adesso che Ibra ne ha sbagliato qualcuno sembra che non sia più capace di tirarli. Ci sta che stia passando un momento di stanchezza mentale, ci sta che non riesca a uscirne fuori, quando entri in un frullatore di errori non è mai semplice. Kessie è stato già rigorista, lui guarda fino all'ultimo il portiere, cerca di non darti punti di riferimento, cosa che invece Ibra fa. Sembrava che sceglieva un lato e calciava forte, quelli di Kessie invece sono piazzati, arriva fino all'ultimo sperando che il portiere si muova per prima. Io ero rimasto fermo, a costo quasi di rimanere in piedi: a un certo punto lui ha scelto un lato, è stato costretto, io mi sono buttato in quello giusto. Ed è andata bene. 

    Ha detto che lei calcolava il fattore stadio. Così vuoto può, paradossalmente, influenzare Ibrahimovic? Lui che si carica con gli 'insulti' avversari, può soffrire del silenzio? 
    "Non credo che a Ibra lo stadio vuoto gli faccia qualcosa, è un campione di un calibro tale che non si fa influenzare. Ci sta che in questo momento stia affrontando una crisi. E' stanco, lo ha detto anche lui. Per calciare un rigore bisogna essere lucidi nelle emozioni, bisogna stare bene fisicamente e mentalmente". 

    Capitolo portieri. Silvestri ha stregato Ibra e continua nel suo percorso di crescita. A 29 anni crede che sia il momento dello step successivo? 
    "Lo conosco bene perché è stato terzo al Chievo qualche anno fa. Questa crescita non mi stupisce, essendoci allenati insieme spesso so quello che può dare e fare. Ha giocato all'estero, e ha dimostrato anche lì di essere pronto. Non è una cosa facile, lo so bene. Può ambire a una squadra che fa le coppe europee, detto che l'Hellas è comunque già una realtà importante". 

    Dall'altra Donnarumma. A che punto è della sua crescita? E se fosse in Gigio, rinnoverebbe col Milan? 
    "Credo che non ci sia età per migliorarsi. Io sono migliorato anche a 40 anni, l'età è solo un numero. Può ancora crescere tanto, ma già così è uno dei migliori portieri al mondo. Se continuerà a crescere potrà fare davvero cose meravigliose. Per quanto riguarda il discorso contrattuale:... ci sono cose troppe cose personali ed è giusto che rimangano tali. Diciamo che è cresciuto nel Milan, il Milan gli ha dato tanto, lui ha dato tanto al Milan, quindi io penso che sarebbe più logico che lui rinnovasse. Però, ripeto, sono cose troppo personali per poter giudicare". 

    Ultime due domande, istituzionali. La prima: chi è il miglior pararigori attualmente in A?
    "I numeri dicono che il migliore è Samir Handanovic. E' una spanna sopra a tutti. Ci mette del suo oltre allo studio, c'è la predisposizione: Samir la ha". 

    La seconda: il miglior rigorista mai affrontato? 
    "Miccoli era quello che soffrivo più di tutti. Lo studiavo tanto, me lo trovavo di fronte, indovinavo l'angolo, mi tuffavo, la toccavo, ma non riuscivo a pararlo. Di fatti dopo ho deciso di giocarci insieme a Palermo. Il migliore in assoluto è pero Perotti. L'ho affrontato una sola volta, mi ha segnato, nel finale: mi sarebbe piaciuto riaffrontarlo per giocare meglio le mie carte. E' spettacolare dal dischetto. Avrei voluto metterlo più in difficoltà, una sfida quasi con me stesso. Contro Pulgar, invece, ci sono andato vicino. E il primo glielo avevo preso. Era parato, praticamente sono stato un c.... Ce l'aveva in mano, ma quelle sono frazioni di secondo". Frazioni di secondo per cui Sorrentino investiva il suo tempo. Entrando nella storia. 


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