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  • Rinnovo Ibra, il problema non è Raiola: Gazidis e Maldini non sanno tenergli testa. Con Donnarumma e Romagnoli...

    Rinnovo Ibra, il problema non è Raiola: Gazidis e Maldini non sanno tenergli testa. Con Donnarumma e Romagnoli...

    • Cristiano Ruiu
      Cristiano Ruiu
    Un mese fa Ibra e il Milan erano lontano anni luce. Il rinnovo di contratto dello svedese era una chimera tanto è vero che lo stesso Ibra aveva rilasciato un’intervista durissima contro Gazidis e l’attuale proprietà che sembrava a tutti gli effetti la pietra tombale sulla prosecuzione del suo rapporto. Un mese fa. A quell’epoca Ibra e il suo agente avrebbero accettato qualsiasi proposta per il rinnovo di contratto. Anche perché di valide alternative non ce n’erano. Non a caso si parlava di un finale di carriera nel “suo” Hammarby dove sarebbe stato lo stesso Ibra a “darsi” lo stipendio.

    Un mese fa. Sembra passata un’eternità. Adesso si è rovesciato il mondo. Non sono più Ibra e Raiola a sperare che Gazidis proponga un “rinnovino” di contratto in assenza di valide alternative. Adesso Ibra e Raiola sono tornati a recitare la parte che gli viene meglio. Fanno i “preziosi”. Si fanno desiderare. E alzano le pretese. Il tutto si traduce in questa “telenovela” per il rinnovo di contratto. Una telenovela che tutti, Ibra e Raiola in primis, sanno come andrà a finire, ma che prosegue inesorabilmente e che con il passare dei giorni fa crescere ingaggio, bonus e privilegi dello svedese. Il susseguirsi degli eventi, ma soprattutto l’ufficializzazione della conferma di Pioli ha rovesciato il ruolo di Ibra nella dialettica del rinnovo di contratto. Lui e Raiola sono passati dall’incudine al martello.

    Dall’affare Roback alle richieste di bonus, ci vorrebbe qualcuno in grado di arrestare l’escalation di pretese del duo “italo-svedese-olandese”. Ci vorrebbe qualcuno che dicesse: ora basta, qui ci sono 4 milioni all’anno prendere o lasciare. Contando soprattutto sul fatto che, come dicevamo prima, di vere alternative Ibra non ne ha. Giunti a questo punto e con questa conformazione tecnico-societaria il Milan non può fare a meno di Ibra, ma anche Ibra non può fare a meno del Milan. Dove troverebbe un club disposto a dargli quel ruolo che lui stesso rivendica di “giocatore-allenatore-dirigente”? Soprattutto a quelle cifre?

    Ho sempre contestato quelli che dicevano “fuori i mercanti dal tempio”, perché se si parla di calciomercato nel 2020 non si può non trattare con procuratori, intermediari, fondi ecce cc. Raiola è uno di questi, uno dei più bravi, uno dei più ricchi, uno di quelli che spesso ti fa vincere. Non ho mai creduto alla “de-raiolizzazione” di “barbariana” memoria. Raiola e i suoi assistiti (attenzione perché guarda caso gli altri due rinnovi delicatissimi, cioè Donnarumma e Romagnoli, sono ancora legati al procuratore italo-olandese) vanno benissimo per farti ottenere risultati. Il punto è non lasciare a lui troppo potere e troppi vantaggi nelle trattative. Altrimenti ti strozza, economicamente parlando. Esattamente come sta facendo in questi giorni nel gioco al rialzo del rinnovo di Ibra.

    Raiola va benissimo, ma bisogna trovare qualcuno che gli tenga testa nelle trattative. Purtroppo mi sembra chiaro che né Gazidis, né Maldini, né Massara siano ancora in grado di riuscirci appieno. E questo rischia di essere un bel problema per l’estate rossonera. Perché, come detto, dopo aver risolto la grana Ibra ci saranno le grane Donnarumma e Romagnoli. Dove la posta in palio è ancora più alta. Proprio questi 3 rinnovi sono secondo me la parte più delicata del mercato rossonero. E soltanto dopo averli definiti, lo staff dirigenziale potrà completare la rosa con le famose 3 pedine mancanti: il difensore, il centrocampista al posto di Biglia e l’esterno d’attacco al posto di Bonaventura. Per quest’ultimo ruolo, mi risulta, saranno destinate le risorse più ingenti. Il mio sogno è Chiesa, giocatore dalle qualità fuori dal comune con margini di miglioramento eccezionali.

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