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  • Ritiro Palermo:| Tutte le regole di Rossi

    Ritiro Palermo:| Tutte le regole di Rossi

    • D.V.

    È vero che lo chiamano il profeta. Ma è anche vero che stiamo sempre parlando di calcio. E così, Delio Rossi si è limitato a dettare cinque comandamenti. Cinque regole che tutti all'interno del gruppo rosanero che lavora in Austria devono seguire. Tutti: dalla squadra, all'ufficio stampa, dai magazzinieri allo staff medico. Innanzitutto i giocatori andranno dall'albergo al campo e viceversa a piedi. Tutti andranno in giro rigorosamente in divisa. Nessuno potrà ricevere visite in albergo. I telefonini sono banditi. Ogni ritardo verrà punito con una multa.


    Il primo effetto delle nuove disposizioni del tecnico di Rimini lo vedi al mattino quando sulla strada che dall'Hotel Pragant va verso lo Sportarena di Bad è una continua processione di giocatori che a piedi raggiungono il campo di allenamento. Finito il tempo del pullmini che facevano avanti e indietro per accompagnare tutti, compresi i ritardatari. Adesso si va a piedi. Serve per faticare, rilassarsi, scambiare quattro chiacchiere con in compagni e in particolare con quelli nuovi. Se la cosa al mattino può essere anche piacevole, diventa più problematica alla fine dell'allenamento e soprattutto al pomeriggio quando, come la nuvoletta di Fantozzi, si ripresenta puntuale il temporale che accompagna il ritiro austriaco della squadra.

    Tutto questo accade con la divisa da riposo (bermuda e polo) che tutti quanti devono indossare. Guai a mettere le ciabatte. Scarpe da ginnastica per evitare sciatteria e pericolose derive di stile. E quando si dice tutti è la pura verità. Perché chiunque faccia parte del gruppo rosanero (naturalmente Zamparini escluso, che comunque non rinuncia ai suoi bermuda vacanzieri) deve indossare questa tenuta. Compreso l'ufficio stampa (Laura Anchisi ha una polo di almeno due misure più grandi), i magazzinieri, i medici, il fotografo, il podologo.

    Off-limits per tutti l'albergo dei rosanero. Rossi è stato chiaro sin dal primo giorno. Niente giornalisti, niente procuratori, e nemmeno parenti e amici. Il ritiro è ritiro e somiglia tantissimo a una clausura. Banditi, almeno negli spogliatoi e a tavola, anche i cellulari. Vietatissime, e questa è una direttiva che sembra andrà avanti per tutta la stagione, le interviste telefoniche. Uno squillo fuori luogo, così come un ritardo a pranzo o a cena e anche all'allenamento viene punito con una multa.

    Rispetto al più recente passato sono cambiati anche gli orari. Zenga, ad esempio, non aveva fissato una sveglia uguale per tutti. L'importante era che i giocatori fossero in campo alle 9,30 per la prima seduta. Quest'anno invece la squadra si sveglia alle 7.45. Alle 8.15 c'è la colazione e poi alle 9 via (naturalmente a piedi) per il primo allenamento. Tutti tranne il fortunato prescelto per la conferenza stampa che deve essere allo Sportarena mezz'ora prima per un'intervista dall'orario insolito. Alle 9,30 inizia il primo allenamento della giornata che dura all'incirca un paio di ore. Alle 12.30 tutti a pranzo e dalle 14 alle 16.30 riposo in camera. Alle 16.45 un'altra bella passeggiata di oltre un chilometro sino al campo dove alle 17.15 inizia il secondo allenamento della giornata. Alle 20 c'è la cena e poi alle 23 tutti a nanna, sognando magari un'automobile che ti accompagni al campo l'indomani mattina.

    (Repubblica - Edizione Palermo)


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