Calciomercato.com

  • Rivera esalta la Reggina:| 'Il Sant'Agata come Milanello'
Rivera esalta la Reggina:| 'Il Sant'Agata come Milanello'

Rivera esalta la Reggina:| 'Il Sant'Agata come Milanello'

 

Spesso, argomentando in merito ai settori giovanili, viene sottolineato il ruolo di serbatoio tecnico che rivestono, tralasciando la funzione che queste strutture hanno nella formazione dell’uomo prima ancora che del calciatore. Può essere la "costruzione" del ragazzo il segreto per "produrre" un buon atleta?

Assolutamente sì. E’ una sintesi condivisibile, bisogna lavorare sulla capacità di trasmettere valori sani, principi condivisi da adottare nella quotidianità,  all’interno come fuori dal campo. Facendo in modo che i giovani si riconoscano in questi valori, riuscendo ad incidere in questo senso, si può ottenere un grande risultato.

Da Presidente del Settore Scolastico, oltre che giovanile, in che modo può operare la scuola in questo senso?

Bisogna capire che tipo di accordo potremo trovare con il Ministero della Pubblica Istruzione, abbiamo problemi di spazi e strutture per fare praticare l’attività fisica nelle scuole. Ci vorrebbe un cambiamento culturale nel nostro Paese. E’ importante che le Istituzioni capiscano l’importanza dello Sport nella sana crescita di un giovane. Al momento, non abbiamo segnali che la politica abbia inteso la centralità del tema che stiamo trattando ma ci auguriamo che le cose possano cambiare nel prossimo futuro.

Ha visitato il Sant’Agata, parte integrante di un progetto che la Reggina sta avanzando da diverso tempo cavalcando con largo anticipo un sentiero che ora l’intero movimento calcistico italiano sta battendo con insistenza. Da Presidente del Settore giovanile, ha trovato nella struttura quelle caratteristiche che ritiene imprescindibili nella realizzazione e nell’organizzazione di un Centro Sportivo?

Ne parlavo appunto con il Presidente Foti: mi sembra di esser tornato a Milanello quando stava nascendo la splendida struttura rossonera. Poi, si è dovuto aspettare Appiano Gentile ed oggi Reggio Calabria. E’ un messaggio forte, importante come spiegare ai ragazzi che vivono a stretto contatto con la prima squadra che non tutti arriveranno a fare i calciatori. Una struttura del genere può aiutare a capire che seppure non tutti diverranno calciatori, tutti potranno diventare bravi cittadini.

Lei ha spiegato che, a suo avviso, “forse in Italia manca la convinzione che anche lo sport possa essere cultura”. La Reggina, che con sette elementi nati in Calabria ed undici prodotti del settore giovanile in prima squadra può esser intesa come veicolo di sana ‘calabresità’, può valorizzazione la cultura, sportiva e non, di questa regione?

Privilegiare i ragazzi nati nella regione, se non addirittura nella città, è un messaggio importante che dev’esser interpretato correttamente e mi auguro possa esser seguito anche dalle altre società. Il futuro del calcio, del resto, non può prescindere da un settore giovanile in grado di alimentare la prima squadra. Quello raggiunto dalla Reggina è un risultato eccezionale, mi auguro di cuore che anche le altre società possano credere che questo sia il percorso del futuro.

Al momento del suo insediamento, lei ha reso note le sue linee guida progettuali. Ha premesso, però, che crede “sia importante avere l’umiltà di cercare di capire cosa è stato fatto finora, ciò che si è sperato di fare e ciò che sarà possibile fare”. Due mesi dopo, è già in grado di dare una prima risposta in merito?

Due mesi sono pochi, sono molte le cose su cui bisogna lavorare. Su alcuni punti ho capito che sarà possibile proseguire in un cammino di continuità, su altri potremo intervenire in maniera diversa rispetto al passato.


Altre Notizie