Arbitri, Rocchi e il braccialetto dell'Inter: "Non ci perderei tempo, ma vi spiego"
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Il designatore arbitrale per i campionati di Serie A e Serie B torna sulla vicenda del braccialetto dell'hospitality nerazzurra indossato nell'ultima apparizione a San Siro, al centro di una vera e propria bufera social.
Rocchi è intervenuto a "Deejay Football Club" su Radio Deejay e ha spiegato: "Sinceramente non vorrei neanche perderci del tempo. Io giro moltissimo per gli stadi: vedo tutte le partite da casa o da Lissone. Però penso che gli arbitri vadano seguiti dal campo, per capire se hanno le caratteristiche per poter fare qualcosa in più, o semplicemente per capire se sono nello stato di forma ideale. Andando negli stadi, spesso sono in tribuna e mi danno sempre questi braccialetti: gli va data l'importanza che ha".
FALLO DI MANO - Il designatore si è poi soffermato anche sulla regola dei falli di mano: "In realtà non è cambiato niente, solo l'applicazione disciplinare. È stato ristretto il campo: il fallo di mano in area non sarà più da ammonizione, è stato derubricato a semplice fallo di gioco. Resta l'espulsione per l'ostruzione a rete, se il gesto di mano è stato considerato deliberato. Se si evita una rete, per esserci anche l'espulsione, deve essere un gesto interpretato non come istintivo, ma come una parata vera e propria".
CAMBIAMENTI - Quali sono stati i cambiamenti più sostanziali rispetto all'anno scorso? "Sul rigore, l'ingresso in area, di per sé non più sanzionabile a meno che non vada a intervenire sull'azione - spiega Rocchi -. Sembrerebbe una depenalizzazione della regola, ma in realtà va a penalizzare molto sia attaccanti che difensori: l'obiettivo è cercare di tenere sempre più possibile i giocatori fuori durante la battuta di un calcio di rigore".
LE DIFFICOLTA' PIU' GROSSE NELL'ISTRUIRE ARBITRI E VAR - Rocchi racconta poi le difficoltà nell'istruzione di arbitri e VAR: "Io ho chiesto a loro di essere sempre più decisionisti in campo, questo comporta una scelta coraggiosa dell'arbitro: deve decidere a prescindere da quello che dirà il VAR. Allo stesso tempo chi è davanti al monitor deve avere la lucidità e la capacità tecnica di capire se quell'episodio è stato valutato correttamente o meno. Stiamo lavorando tanto con tutti, a partire dagli allenatori, perché la preparazione sia al massimo. A volte siamo mancanti nell'interpretazione calcistica e dobbiamo lavorarci".
IL RIGORE DI NAPOLI - Si passa poi all'episodio del rigore di Napoli: il VAR deve intervenire? Rocchi non ha dubbi: "Sì, perché per lui la decisione non è corretta. Non può essere considerato errore grave, però siamo andati un po' avanti, già l'anno scorso: nella seconda fase della scorsa stagione abbiamo fatto un cambio di passo notevole. Io ho detto ai ragazzi che, se per loro c'è un errore, devono intervenire".
ORSATO FUORI - Rocchi si concentra su Orsato e gli altri arbitri non più in servizio: "Perdiamo tre fuoriclasse, anche Valeri e Irrati al monitor. Non è semplice rimpiazzarli: stiamo facendo un lavoro molto importante, sia nella preparazione che nella ricerca di nuovi talenti al VAR. Vi garantisco che non è molto facile, è più complicato che stare in campo".
AVERE EX CALCIATORI AL MONITOR AIUTEREBBE? - Alcuni ex giocatori credono che avere un ex calciatore al monitor aiuterebbe, Rocchi non si sbilancia: "Senza riprova non si può sapere. Io posso dire che gli arbitri lavorano molto proprio per cercare di capire il punto di vista dei giocatori e degli allenatori. Lunedì farò un incontro con gli allenatori, mi auguro partecipino il più possibile: ci serve il loro aiuto per trasformare una regola scritta in pratica".
DISTANZA RISPETTO AGLI ARBITRI IN UEFA? - Si avverte distanza rispetto agli arbitri in UEFA dove si interviene pochissimo al VAR? "Non è proprio così - risponde -. Numeri alla mano, nella scorsa stagione, non siamo stati tanto lontani come numero di interventi. Il tema è che vi soffermate tanto sulla Champions League, categoria top: sia arbitri che calciatori in quel caso sono al massimo livello. Se si guardano Conference ed Europa League, i dati sono molto più vicini ai nostri. Quello su cui siamo lontani, e credo faremo fatica, è il tempo di gioco effettivo: la qualità fa la differenza. Noi abbiamo delle gare in cui i tempi sono sopra la media europea, ma altre sotto i 45 minuti".
EX ARBITRI - Infine, cosa pensa Rocchi degli ex arbitri che correggono in tv? "Non ho mai avuto problemi sulle critiche, dipende da come si comportano. Se lo fanno in maniera professionale, ben venga: è anche uno stimolo. Non ho mai chiamato nessuno: posso avere una discussione se qualcuno dice una cosa non vera, ma se uno mi critica no", conclude il designatore.
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