Roma, tante perdite:| I numeri non sorprendono
I conti non tornano. Almeno questo, ieri, a Trigoria, ha detto il Cda della società giallorossa per l'approvazione del bilancio al 30 giugno scorso. Stavolta alla gestione non può essere associato nessun aggettivo elogiativo, colpa di una Champions non disputata. In breve: il risultato netto d'esercizio è negativo per 21,9 milioni di euro; il margine operativo lordo è passato da un più 18,6 milioni a un meno 5,7; la posizione finanziaria netta è meno 10; i ricavi hanno subito una flessione del 16,5%; i ricavi consolidati meno 14,8%. E si potrebbe continuare.
La situazione, insomma, non è catastrofica, ma neppure delle più brillanti, Unicredit peraltro tutto è stata meno che sorpresa da questi numeri. C'è, in più, il fattore cessione della società. Alla luce di questi numeri, l'appeal del club giallorosso di certo non è aumentato. In sostanza il prezzo della Roma, da ieri, non può che essere diminuito. Perché chi assumerà il controllo del pacchetto di maggioranza, da Sawiris (piace molto a Villa Pacelli, Unicredit comunque garantisce che non è arrivata nessuna offerta dall'imprenditore egiziano proprietario del marchio Wind) ad Angelucci, da Angelini a qualsiasi altro straniero intenzionato a investire sul brand Roma, sa che troverà una situazione difficile.
La prima conseguenza per chi sarà il nuovo proprietario, con questi conti, è che la prima cosa che dovrà fare sarà quella di ricapitalizzare se vorrà investire, e dovrà farlo perché acquistare la Roma e non investire su società e squadra sarebbe uno di quegli autogol che neppure Comunardo Niccolai. I numeri che vi abbiamo elencato, più molti altri, erano peraltro l'ultimo tassello che mancava al completamento dell'info-memorandum che sarà spedito domani a chi (non tutti) ha manifestato interesse per l'acquisto della Roma. Sette-otto le lettere pronte. Anche in inglese.
(Corriere dello Sport - Edizione Roma)