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  • Roma, Borriello:| 'Non penso al Milan'
Roma, Borriello:| 'Non penso al Milan'

Roma, Borriello:| 'Non penso al Milan'

  • V.N.

'Sono solo sciocchezze, non sto pensando al Milan. Io sono venuto qui per vincere e dalla Roma non mi muovo'. Non è un bluff di Marco Borriello. Perché la sua spontaneità nelle dichiarazioni molto rassicuranti è pari a quella nei gesti poco apprezzabili nei confronti dei compagni durante le partite. Sono le due facce dello stesso giocatore. Frasi dette a caldo, la settimana scorsa, dopo il successo sul Bayern e ripetute ai dirigenti giallorossi nei giorni scorsi. E che sentirete anche oggi, quando nel pomeriggio sarà davanti ai microfoni a presentare un'iniziativa umanitaria legata a un videogioco. Il suo è il caso, se così si può chiamare, più strano dei tanti che si annusano ultimamente in Casa Roma, meno solida che mai per l'imminente passaggio di proprietà, oltre che per i risultati scadenti di inizio stagione, per il ruolo a tempo di Ranieri e per le gelosie dei tanti big di un organico ricco e teoricamente competitivo.

La singolare situazione di Borriello è nei fatti più che nelle parole: i suoi gol, di media uno ogni due partite (9 in 18), fanno felici i tifosi, i suoi vaffa arrabbiare i compagni. SuperMarco è così. Lo ha cercato di spiegare anche all'amico De Rossi, negli spogliatoi, martedì mattina. I due si erano già presi a Palermo, nella ripresa di una gara ormai senza storia. Ma proprio per l'aggiunta postdatata del centravanti, la storia non è finita domenica sera, come si era affannato a garantire qualcuno, proseguendo invece a Trigoria. 'Ho sempre fatto così. Chiedevo palla, gesticolavo e urlavo, pure con i vecchi compagni, anche al Milan...'. Daniele, uno che all'unità e all'immagine del gruppo tiene da sempre, è sbottato: 'Co' 'sto Milan hai rotto'. E' la sintesi del botta e risposta, vivacissimo e nato davanti a qualche compagno, di due giorni fa.

C'è sempre il Milan, insomma, di mezzo. Che divide in due Borriello. Tra i colori del presente e quelli del passato. Ma non trova conferma, e non solo per le smentite sottotraccia del club giallorosso, la voce insistente del suo possibile ritorno in rossonero già a gennaio. Non esiste clausola per l'andata&ritorno. SuperMarco è della Roma. Poi se un giorno andrà via, allora sarà per motivi diversi da quei vaffa che lo stanno mettendo in vetrina almeno quanto i suoi gol. Il Milan, lo ha detto Galliani anche in queste ore, vuole prendere Balotelli per rimetterlo accanto a Ibrahimovic, desiderio della società e dei due attaccanti. Oggi Borriello non sarebbe titolare in rossonero, perché Allegri non gioca con il doppio centravanti e proprio per questo ha lasciato libero Marco di scegliere la méta giallorossa a fine agosto. E, comunque, in assenza di Ibra, potrebbe scendere in campo solo nelle partite di campionato, perché in Champions è inutilizzabile avendo già fatto la sua parte, in Europa, con la Roma, con gol, 3, e presenze, 5 (tutte, dunque, e 3 da titolare).

Il Milan nella sua testa, ma non come destinazione urgente (a giugno, chissà). E se è sempre nei suoi pensieri, non è da considerarlo un pentimento, come magari raccontano i suoi ex colleghi rossoneri, solo perché lo sentono e lo vedono spesso a Milano, dove SuperMarco ha una splendida casa in centro e appena può torna lì per frequentare gli amici di sempre, a cominciare da capitan Ambrosini, al quale è legatissimo. L'unica attesa, insomma, per Borriello è da qui a sabato, per sapere se il turn over lo porterà in panchina contro il Chievo, ora che Vucinic è di nuovo disponibile.

(Il Messaggero)

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