La Roma, si sa, non fa della difesa il suo punto forte. Anzi, la retroguardia è sempre stata il tallone d'Achille delle formazioni dirette in panchina da Zdenek Zeman, tecnico che predilige l'apporto offensivo. In questo quadro di desolazione (i giallorossi hanno subito finora 33 gol in 19 partite, peggio ha fatto solo il Cagliari con 35) emerge il talento di Leandro Castan. Un girone di andata in saliscendi, dove ha alternato buone prestazioni ad altre meno convincenti. Dove non ha convinto appieno, però, è stato quando tutta la squadra ha fatto fatica, complice performances non all'altezza (vedi Parma e Udinese).

A Trigoria si aspettano sicuramente di più da un difensore che in estate ha alzato al cielo la Copa Libertadores e che è costato circa 5 milioni di euro. Ma la fiducia riposta da Zeman in Castan è evidente: 15 presenze (con un gol realizzato nel 4-2 rifilato alla Fiorentina) su 19 gare totali non sono poche. E se la Roma veleggia nelle zone nobili della classifica (è a soli cinque punti dalla Champions League) un po' di merito ce l'ha anche lui.

Castan, inoltre, porta un bagaglio di esperienze non da sottovalutare e doti tecniche indiviabili: a 26 anni ha già vinto un campionato brasiliano di seconda divisione (Atlético Mineiro, 2006), un campionato Mineiro (Atlético Mineiro, 2007), un campionato brasiliano (Corinthians, 2011) e una Copa Libertadores (Corinthians, 2012): non proprio briciole. Il popolo di Roma lo chiama, Castan risponde. La corsa può continuare.