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  • Roma con i cerotti:| La sindrome della coscia

    Roma con i cerotti:| La sindrome della coscia

    • V.N.

    La coscia di Pjanic ha resistito a 96 minuti molto intensi, dopo due partite di break che ne avevano messo a rischio la presenza contro il Milan. Questa reazione ordinaria di un calciatore è stata accolta come una grande notizia a Trigoria. Perché se Achille aveva nel tallone il suo punto debole, la Roma ha proprio nella coscia la sua zona critica: dall'inizio del ritiro sono stati dieci gli infortuni muscolari, tutti lì, tra l'anca e il ginocchio.

    La coincidenza (?) è stata naturalmente notata anche dallo staff medico della Roma, da quest'anno guidato dal professor Gemignani. I muscoli della coscia, specialmente i flessori, sono statisticamente i più antipatici per i calciatori, per il tipo di sollecitazioni che ricevono durante allenamenti e partite. Ma la percentuale del cento per cento, dieci su dieci, è considerata anomala, molto superiore alla media delle altre squadre di serie A.

    E allora viene il sospetto che la preparazione atletica, concordata tra Luis Enrique e il giovane Cabanellas, sia troppo dura per le gambe dei giocatori. Non tanto la preparazione estiva, alla quale non hanno preso parte gli ultimi acquisti Pjanic, Kjaer e Borini, tre dei giocatori fermati dalla sindrome della coscia fragile. Potrebbe invece essere il lavoro quotidiano, quello che si fa a Trigoria e che aiuta a mantenere lo stato di forma ottimale tra una partita e l'altra, a sfibrare i muscoli. Sono solo ipotesi: in medicina non va mai esclusa la casualità.

    (Corriere dello Sport - Edizione Roma)

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