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  • Roma, rompicapo Schick: la coppia con Dzeko vale un cambio di modulo
Roma, rompicapo Schick: la coppia con Dzeko vale un cambio di modulo

Roma, rompicapo Schick: la coppia con Dzeko vale un cambio di modulo

  • Pietro Scognamiglio
Due partite con Patrick Schick titolare, zero gol degli attaccanti. Il dato è crudo e limitativo, ma fa tornare alla mente certi dubbi d'estate. L'acquisto più costoso della storia della Roma (40 milioni) è compatibile con il 4-3-3 di Eusebio Di Francesco? Un dibattito non inedito, che prese slancio già quando l'allenatore della Sampdoria Marco Giampaolo si prese la briga di puntualizzare: "Non è il nuovo Salah, non può giocare esterno". Teoria supportata da valide argomentazioni. Ma Schick non è neanche una vera prima punta, aggiungiamo. Nonostante i centimetri. Il centro dell'attacco giallorosso rimane territorio di Edin Dzeko, che ha dimostrato di poter meritare fiducia anche nei periodi di magra. 
TENTATIVI - Schick ha giocato al centro dell'attacco a Verona contro il Chievo e largo a destra con il Cagliari, nel primo tentativo di convivenza con bosniaco. Entrambe le soluzioni non hanno entusiasmato. "Ci vuole un periodo di assimilazione, nel calcio e specialmente qui a Roma si è sempre troppo frettolosi - ha commentato Di Francesco - ma io lo so e aspetto risposte migliori". Magari già dalla sfida di Coppa Italia contro il Torino, in cui l'ex doriano tornerà a vestire i panni del centravanti. Il laboratorio rimane aperto. Ma il talento cristallino del ceco può diventare lo stimolo giusto per inventarsi nuove soluzioni. Magari distaccandosi, almeno parzialmente, dall'ortodossia di un modulo (il 4-3-3) che vede il tecnico pescarese tra gli interpreti maggiormente stimati.

LA SFIDA - Aver stabilizzato l'assetto difensivo della Roma è già un bel risultato, ma Di Francesco è chiamato ora a spazzar via la sabbia dagli ingranaggi dell'attacco. Appena 28 i gol realizzati in 16 partite di campionato. Far coesistere Schick e Dzeko diventa un obiettivo ambizioso, da raggiungere però senza toccare gli equilibri. Specie quelli garantiti dalla solidità dei tre di centrocampo. Ecco perché gli spunti concettuali più interessanti arrivano dal 4-3-1-2, dove Schick beneficerebbe di una doppia opzione (trequartista o seconda punta) ma ad adattarsi dovrebbero essere altri (gli esterni di ruolo). Un esperimento con un coefficiente di rischio calcolato, perché tornare indietro sarebbe semplice. Plasmare un nuovo equilibrio, e non imporlo, è invece complicatissimo. Ma è roba da grandi allenatori

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