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  • Roma, da Dzeko a Florenzi e Mkhitaryan: come cambia il mercato con Mourinho

    Roma, da Dzeko a Florenzi e Mkhitaryan: come cambia il mercato con Mourinho

    • Francesco Balzani
    L’arrivo di Josè Mourinho alla Roma ha sorpreso tutto il mondo del calcio.  E ora va rivista anche la strategia sul mercato della Roma anche perché lo Special One ha idee tattiche diametralmente opposte rispetto a Paulo Fonseca oltre ad avere richieste diverse anche sullo standard di qualità dei giocatori. Mou ha costruito i suoi maggiori successi puntando su un calcio reattivo, fondato sul baricentro basso e ripartenze veloci. Annullare il gioco avversario è uno dei principali obiettivi di Mou, che probabilmente schiererà la Roma col 4-2-3-1, il modulo di riferimento delle sue ultime esperienze.

    COSA CAMBIA E COSA NO - Cambia la politica interna nello spogliatoio della Roma entusiasta per l’arrivo di Mourinho. Un nome su tutti? Dzeko che tornerà protagonista assoluto: le sue caratteristiche sono simili a quelle di Kane, che Mourinho, fino a pochi giorni fa, ha utilizzato da regista offensivo per sfruttare le accelerazioni degli esterni. Il bosniaco piace da tempo a Mou e rappresenta quel giocatore esperto che serve nelle sue squadre. In difesa ritroverà Smalling che ha allenato a Manchester (“Di lui mi piace tutto tranne il taglio di capelli”, disse Josè) e di certo gradirà il carattere di Mancini. Sulle fasce ok Spinazzola e Karsdorp ma potrebbe tornare pure Florenzi.  La Roma ha diversi trequartisti veloci e bravi negli inserimenti, come Zaniolo o il rientrante Kluivert. Proprio all'olandese Mou fece un discorso al termine della finale di Europa League tra Ajax e Manchester United, proponendogli di andare in Inghilterra. In bilico Mkhitaryan, spesso criticato dal tecnico portoghese nell'esperienza comune con i Red Devils. Lo testimoniano le parole dell’armeno qualche mese fa: “È stato l'allenatore più difficile che ho avuto, un vincente di natura, vuole solo vincere e che ogni giocatore faccia ciò che lui chiede. Abbiamo avuto conflitti e divergenze, voleva che mi allenassi di più, ma io pensavo di lavorare duramente, aiutare la squadra e far gol e nonostante tutto lui era sempre insoddisfatto”. A centrocampo nessun problema per Veretout, ma serve un altro giocatore di temperamento. Così come serve un portiere e almeno un altro attaccante. Ma di questo Mourinho avrà tempo di parlarne con Tiago Pinto. In questo senso l'asse con Jorge Mendes potrebbe tornare più che utile. 


     

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