Juventus, Milan, Udinese, Lazio, Napoli e Inter. Le sei squadre che hanno preceduto lo scorso anno la Roma si confermano come le avversarie da battere  anche nella prossima stagione. I bianconeri si sono rafforzati con gli acquisti di Isla e Asamoah, il Milan invece ha perso Thiago Silva e Ibrahimovic; il Napoli sarà orfano di Lavezzi, ma anche chi si è indebolito ha mantenuto un'ossatura di squadra solida, grazie al gran lavoro svolto negli anni passati. La Roma no. E' giovane, la nuova proprietà entrata appena un anno fa ha dovuto ribaltare una struttura vecchia, logora, ormai arrivata al capolinea.

La dirigenza ha acquistato ventidue giocatori in undici mesi, una rosa completa, ha cambiato un paio di allenatori, ora sta effettuando un grande mercato, ma risulta ancora difficile dare alla squadra una posizione in griglia di partenza. Agli occhi di chi scrive la Roma parte esattamente dal punto di arrivo dello scorso campionato. Dal settimo posto. Ma se tutti i nuovi giocatori riusciranno ad amalgamarsi al meglio, avrà tutte le carte in regola per centrare l'Europa League. Il reparto più debole, ovvero la difesa, sarà completata nei numeri ad agosto, ma chi arriverà sarà un punto interrogativo.

E' attesa per oggi l'ufficialità di Piris, è molto vicino Balzaretti, poi verrà ingaggiato un difensore centrale. Questi nomi, pur utili, sono lontani dal poter permettere un salto di qualità decisivo verso l'alto. L'entusiasmo in città è alle stelle, ma da parte degli addetti ai lavori sarebbe un errore concedere a questa rosa l'etichetta di possibile scudettata. E' un'ilusione, un passo alla volta: prima l'Europa, poi lo stadio e solo allora si potrà riparlare di scudetto.