Calciomercato.com

  • Di Francesco: 'Io un po' Conte e un po' Ancelotti. Scudetto? Daremo fastidio'

    Di Francesco: 'Io un po' Conte e un po' Ancelotti. Scudetto? Daremo fastidio'

    Ambizioni scudetto, progetti a lungo termine, modelli di riferimento e all'orizzonte la sfida con la Juventus: c'è tutto nell'intervista fiume concessa da Eusebio Di Francesco a La Stampa. L'allenatore della Roma parte proprio dalla corsa per la vittoria finale della Serie A, le idee sono chiare per i giallorossi: "Lo scudetto? Per ora lasciamo stare. Noi vogliamo dare fastidio: se cresceremo ancora e se passeremo esami come quello di Torino, più avanti ne parleremo".

    JUVE-ROMA - "Loro sono in crescita. La Juve è tornata cattiva e cinica, dà la sensazione di non subire mai l’avversario come nei tempi migliori: avete visto lo 0-0 con l’Inter? Non hanno vinto, ma avrebbero meritato di farlo".

    SINDROME STADIUM - "Nessuna sindrome, anche perché io penso in positivo. E, poi, con la Roma è la prima volta che me la gioco là: se c’è una sindrome, per me, può essere quella che mi avvicina all’Inter per i 7 gol presi due volte con il Sassuolo".

    CAMPIONATO DIVERTENTE - "Lo trovo, per certi versi, inaspettato: la maggiore competitività mi stimola e credo che, per il vertice, la corsa sarà fra le prime cinque. Ci metto anche la Lazio, sebbene si sia un po’ staccata".

    NAPOLI - "Il Napoli può vincere lo scudetto perché ha messo al centro di tutto il lavoro di squadra: si muovono meglio degli altri e a chi sostiene che la ripetitività ti rende prevedibile dico che la stessa ripetitività ti dà maggiori certezze".

    INTER - "L’Inter può essere la sorpresa: non gioca le coppe europee ed è un vantaggio non da poco. E, poi, Spalletti ha una buona rosa e idee molto chiare: non si rimane imbattuti per sedici gare per caso".

    JUVE - "La Juve è, fra l’altro, abitudine alla vittoria. E i bianconeri sono guidati da un allenatore “europeo”".

    ALLEGRI EUROPEO - "Allegri lo è per come sa gestire uomini e situazioni. Viaggia con una grande consapevolezza dei propri mezzi".

    GESTIONE DYBALA - "Sta cercando di aiutarlo. Dal punto di vista psicologico il tecnico bianconero è all’avanguardia".

    PSICOLOGIA E TATTICA - "Il calcio è fatto di tecnica, fisicità e psicologia. In percentuale direi 30, 30 e 40".

    DIALOGO - "Il giocatore vuole capire perché deve fare qualcosa, non è come una volta: prima gli dicevi “buttati nel fuoco” e lo faceva. Adesso devi saper spiegare quello che proponi".

    L'EREDITA' DI SPALLETTI - "La difficoltà maggiore era riuscire a subentrargli con le mie idee, piuttosto che scimmiottarlo. Pensavo di impiegare più tempo...".

    SCONFITTA CONTRO L'INTER - "In quindici minuti rovinammo il lavoro dell’intera settimana: quella sconfitta fa parte del già citato processo di crescita".

    PROCESSO DI CRESCITA - "Non è semplice staccarsi dall’ambiente che, qui, ti circonda. Ogni giorno a Roma facciamo parlare tutti, dall’artista al cabarettista, basta saperlo e prenderlo nel modo giusto: se mi mettessi a rispondere perderei energie inutili. Non ascolto mai le radio, non mi interessa. L’esperienza vissuta nella Roma da giocatore mi aiuta perché tante dinamiche non sono sconosciute".

    TURNOVER O UNDICI FISSO? - "Il turnover è un rischio calcolato, un modo per far sentire tutti parte del progetto. Lo faccio io, lo fa anche Allegri: l’allenatore bianconero non cambia spesso perché vuole fare il fenomeno. Ci sono altre squadre che possono fare lo stesso, ma non vogliono farlo".

    PIU' CONTE O ANCELOTTI - "Di Ancelotti mi piace la pacatezza e il rapporto che sa instaurare con i suoi ragazzi. Conte dal punto di vista motivazionale è bravissimo e sul campo un grande lavoratore: penso di pormi nel mezzo fra i due".

    RIUSCIRE AD AVERE LA CONTINUITA' AVUTA DA ANCELOTTI AL MILAN - "Pesa moltissimo. E, per questo, mi piacerebbe rimanere a Roma a lungo: questa società ha creato i presupposti per centrare traguardi prestigiosi. E come dice il direttore Monchi conta la fiducia, non il contratto in essere...".

    IL PIU' INCISIVO IN ITALIA - "Mertens. Il belga ha cambiato il modo di fare il centravanti e sa spostare gli equilibri di una squadra".

    COME TOTTI ANNI FA - "Sì, ma Francesco da ragazzo faceva l’attaccante. O, meglio, ha sempre saputo fare tutto: ricordo quando in partitella Capello lo metteva come mediano ed erano meraviglie".

    TOTTI DIRIGENTE - "Lo definirei il regista dietro alla scrivania. Chiacchieriamo spesso, conosce tanti ragazzi dello spogliatoio, mi dà gli input in più su come trattarli".

    SCOMMESSA SCHICK - "Lo sto conoscendo, è prematuro giudicarlo. Mi ha impressionato per i suoi grandi mezzi, fisici e tecnici: ci vuole tempo e pazienza per diventare un campione. Se Allegri dice che Dybala deve crescere, pensate a quanto deve aspettare Schick".

    MONTELLA PROSSIMO CT - "Ha le capacità per farlo. E anche lo stile".

    TOMMASI PRESIDENTE FIGC - "Ha le qualità per capire le esigenze di tutti. E, poi, è il tempo di un ex giocatore al vertice".

    TORINO IN COPPA ITALIA - "Vogliamo andare avanti perché la crescita passa attraverso gli obiettivi da raggiungere. Ditemi quante volte la Juve ha tralasciato una competizione. Anche per loro la Coppa conta. E c’è sempre un certo Belotti là davanti". 

    Altre Notizie