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  • Roma-Friedkin, si fa o no? Dai dubbi del texano alla fretta di Pallotta, ecco la situazione

    Roma-Friedkin, si fa o no? Dai dubbi del texano alla fretta di Pallotta, ecco la situazione

    • Francesco Balzani
    Tutto fatto, anzi no. Dietro alla trattativa (momentaneamente) saltata per cedere la Roma nelle mani di Dan Friedkin c’è la tragedia del coronavirus, e non solo. Al momento della firma sul contratto preliminare di cessione, infatti, c’era ancora sulla distanza sulla valutazione dell’intero asset stimato da Pallotta e soci almeno 700 milioni (debiti compresi). Differenze che si potevano limare, poi però è esplosa la pandemia e tutto si è resto ancora più difficile.  Mentre alcune trattative nel resto del mondo sono riprese  (vedi Fiat-Chrysler o cessione del Newcastle) quella per la cessione della Roma al magnate texana sta vivendo un lungo periodo di riflessione.  A oltre un mese di distanza dalle ultime riunioni propedeutiche alle firme sui contratti preliminari non c’è stato più un contatto ufficiale. 

    SCADENZE - Non c’è una deadline precisa anche perché Pallotta vuole ancora vendere la Roma e tornare ai suoi affari americani. Per cedere però c’è bisogno di un compratore. Friedkin, che vede allontanare nella capitale pure alcuni affari legati al turismo, allo stadio e alla Ryder Cup, sta meditando. L’intenzione di entrare sul mercato calcistico italiano ci sarebbe ancora ma va ponderata bene la situazione a pandemia finita. Gli effetti economici, infatti, potrebbero essere devastanti. Friedkin si domanda: conviene ancora? Di sicuro non alle cifre della precedente trattativa. Nel caso in cui le due parti dovessero (condizionale più che dovuto) al tavolo bisognerà ripartire da una base di 500 milioni.  
    Il prossimo bilancio  si chiuderà comunque in rosso e in futuro sarà probabilmente necessario un altro aumento di capitale dopo la completa sottoscrizione di quello in corso, per un massimo di 150 milioni, che serve a coprire le perdite del passato. Pallotta e soci dunque dovranno garantire liquidità in ogni caso. Quel che ormai sembra certo è che la prossima stagione sarà programmata (con taglio degli stipendi e ridimensionamento economico) dall'attuale dirigenza visto che l’affare con Friedkin difficilmente si chiuderebbe entro la fine dell’estate. Ma Pallotta, oltre alla Goldman Sachs, si guarda intorno anche di fronte a eventuali nuove offerte. Il rinnovato mercato calcistico potrebbe attrarre anche altri investitori stranieri magari convinti dai prezzi ribassati delle trattative. 
     

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