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  • Roma, la resurrezione di Gerson: è la vittoria di Sabatini e Di Francesco
Roma, la resurrezione di Gerson: è la vittoria di Sabatini e Di Francesco

Roma, la resurrezione di Gerson: è la vittoria di Sabatini e Di Francesco

  • Cristian Cazzaniga
La Roma si coccola Gerson. Dopo un anno e mezzo da fantasma nella pirotecnica partita di ieri tra Fiorentina e Roma, terminata 4 a 2 per i giallorossi, è stato a sorpresa il protagonista assoluto, trovando i primi due gol in Serie A. E pensare che a Roma nessuno ci credeva più dopo tutto questo tempo.

LO SBARCO A ROMA E LA 10 - La trattativa per portare Gerson alla Roma è stata molto travagliata. Nell'estate del 2015 l'allora direttore sportivo dei giallorossi, Walter Sabatini, è riuscito a trovare l'accordo con il Fluminense per un totale di 18,9 milioni di euro, strappandolo al Barcellona, un investimento molto importante considerando la sua giovane età, soprattutto se messo a confronto con i prezzi pagati per i cartellini di Manolas, arrivato per 15 milioni dall'Olympiacos, e Dzeko arrivato dal Manchester City per 17,89 milioni.
L'inizio della sua avventura nella capitale è stato molto difficile, impossibile dimenticarsi la foto che ritraeva il giovane brasiliano con la maglia numero 10 tra le mani con tanto di suo nome stampato sopra. Non è stato certo il modo migliore per presentarsi al popolo giallorosso, infatti si era scatenata una bufera nei confronti del brasiliano. Bufera rientrata perchè, l'ex Ds Sabatini, aveva chiarito dicendo: "Ho spedito io la maglia a Gerson per stimolarlo". Fu subito difeso anche dall'ex capitano Totti che disse: "Tutti devono poter cullare il sogno di vestire la maglia numero 10 della Roma". 

UN TALENTO INCOMPRESO? - Presentato dalla società giallorossa come un grande acquisto, Gerson doveva essere il giocatore del futuro quello su cui si sarebbe potuto costruire attorno un progetto a lungo termine. Non è stato così, tutt'altro, il brasiliano per più di un anno e mezzo non è quasi stato mai considerato. Arrivato nel gennaio 2016, nei primi sei mesi non ha mai visto il campo, mentre nella scorsa stagione ha totalizzato solo 11 presenze con la prima squadra e una con la primavera per un totale di 491 minuti giocati. Nel gennaio del 2017 è stato molto vicino il suo passaggio al Lille, saltato a causa del mancato accordo tra il giocatore e la società francese. Con l'arrivo di Eusebio Di Francesco, attuale allenatore della Roma, sembra aver ritrovato quelle qualità e quella fiducia in se stesso che sembrava aver perso per il centro sportivo di Trigoria.

LA RINASCITA - In questa stagione è stato spesso chiamato in causa, 9 presenze tra campionato e Champions, in diversi ruoli che gli sono valsi la possibilità di giocare molto più spesso. Il suo ruolo naturale è il trequartista, ma sia prima con l'ex allenatore Spalletti e ad inizio stagione con Di Francesco è stato spesso utilizzato fuori ruolo come centrocampista. Le sue caratteristiche principalmente offensive nella giornata di ieri gli hanno permesso di mettersi in mostra nel ruolo di attaccante esterno dove ha potuto esprimersi al meglio delle sue capacità. La doppietta realizzata ieri può essere considerata la vittoria personale di Walter Sabatini e del tecnico Di Francesco: per il primo perchè è stato l'unico che ha sempre creduto in lui anche nei momenti più difficili del suo trascorso con la maglia giallorossa, mentre per il tecnico perchè ha il merito di averlo recuperato e avergli fatto ritrovare la fiducia nei propri mezzi. 
 

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