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Roma, il ritorno amaro di Baldini

Roma, il ritorno amaro di Baldini

  • Valerio Nasetti

'Tu sei la Roma'. Con queste parole il presidente James Pallotta convinse Baldini a rimanere a Trigoria alla fine della scorsa stagione.  Il d.g. si sentiva colpevole di aver ingaggiato Luis Enrique e aveva rimesso il proprio mandato nelle mani della società. Dimissioni respinte, allora. Quest'anno le cose non sono andate meglio, anzi. L'esonero di Zeman e la trattativa pittoresca con Al Qaddumi (sostenuta proprio da Baldini) hanno fatto crollare la sua popolarità al minimo. Dall'interno e dall'esterno i giudizi negativi superano quelli positivi. Il suo uomo per il prossimo anno, Allegri, sta per essere bruciato dal 'sabatiniano' Mazzarri.

Per questi motivi, dopo due anni di fallimenti, il d.g. sta pensando di togliere il disturbo. Non è una decisione definitiva, ha un contratto fino al 2015. L'ultima parola spetterebbe a Pallotta. L'unico evento in grado di fargli cambiare idea sarebbe la vittoria della Coppa Italia il 26 maggio. Una vittoria utile a poter aprire un ciclo. Ad agosto si giocherebbe la Supercoppa e l'anno successivo la squadra tornerebbe in Europa League. Forse soltanto così Baldini riconquisterebbe un peso nella società e riacquisirebbe quelle motivazioni in grado di farlo diventare così amato dai tifosi all'epoca del terzo scudetto della Roma. 'Baldini presidente, questo vuole la romana gente', recitava uno striscione una decina d'anni fa. Adesso nessuno si sognerebbe di esporlo.

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