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  • Roma, l'ex portiere Quintini: 'Il preparatore Savorani è il migliore. Pau Lopez bravo, ma avrei preso Meret'

    Roma, l'ex portiere Quintini: 'Il preparatore Savorani è il migliore. Pau Lopez bravo, ma avrei preso Meret'

    Tra il 1970 e il 1980 Francesco Quintini è stato una presenza importante nella Roma che stava per diventare grandissima con Viola. Il portiere più basso della storia giallorossa ha poi intrapreso la carriera da preparatore crescendo un campione del Mondo come Amelia oltre ai vari Storari, Curci o Bonaiuti. Oggi gestisce la storica squadra capitolina del Monte Mario che milita in Promozione e che grazie al nuovo presidente Marco Visconti si sta adoperando tantissimo sul sociale. Ecco le sue parole rilasciate a Calciomercato.com

    Dieci anni di Roma, quale è il ricordo più bello e il rimpianto più grande?
    Sinceramente non ho rimpianti anche se sono andato via proprio mentre stava per nascere la grande Roma di Viola. Io ho giocato nella Rometta, ma mi sono divertito. Ho giocato con grandi come Bruno Conti e poi con l’arrivo dei figli ho scelto una vita più tranquilla. 

    Poi l’esperienza nel settore giovanile?
    Nove anni di gran lavoro in cui abbiamo tirato fuori portieri molto forti come Amelia, Storari, Curci, Zotti. Tutti prodotti di Trigoria che hanno giocato in serie A. L’unico rammarico è che nessuno di loro è riuscito poi a giocare in prima squadra con continuità. 

    Dopo la Roma?
    Nel 1994 ho finito il mio lavoro e ho seguito Sandreani a Padova. Mauro è il tecnico più preparato che ho mai conosciuto, per lui facevo anche lo scouting. L’ho seguito anche nel proseguo della carriera, e sono stato anche a Cagliari.

    Come è cambiato oggi il ruolo del portiere rispetto ai suoi tempi?
    Il ruolo è stato stravolto. Il vero cambiamento è arrivato nel 1994 con la regola del divieto di mani in retropassaggio. In quella stagione lavoravo con Bonaiuti e ci abbiamo speso un sacco di tempo per studiarla bene.   Poi è arrivato il cosiddetto calcio totale, la tattica esasperata. Se prima il portiere era un giocatore d’attesa, ora è diventato d’attacco. 

    Oggi Quintini cosa fa?
    Dopo tanto girare per l’Italia sono tornato a casa. Ora gestisco con altre persone la società storica del Monte Mario. Ci occupiamo molto di sociale con la Città dei ragazzi e con iniziative a favore dei disabili in cui ci aiuta molto il presidente Marco Visconti. Poi Mi godo la famiglia, i miei nipoti. Certo se mi richiamano in campo valuto le offerte…Se capita l’occasione come no…

    Dopo un periodo in chiaroscuro ora la classe italiana a livello di portieri sembra essersi risollevata?
    Sì, ci sono portieri interessanti come Meret ad esempio. Mi piace anche Cragno, anche se a Cagliari io pensavo esplodesse Crosta. Donnarumma? Lo trovo un po’ sopravvalutato. Detto ciò la scuola dei portieri del passato è lontana. Ma è cambiato il mercato, sono cambiati i parametri. 

    Nella Roma c’è lo spagnolo Pau Lopez…
    E’ bravo, ma con tutti quei milioni non era meglio investire su un portiere italiano? Io avrei puntato su altri. Meret è costato su per giù lo stesso se non erro

    Lo aiuterà Savorani?
    Marco è bravissimo, viene dalla vecchia scuola. Ha il gran merito di insegnare i fondamentali, la tecnica di base che ormai viene sbobbata. E’ uno che cura i dettagli, che insegna e che soprattutto ha la qualità di trattare ogni portiere diversamente. Ogni giocatore, infatti, ha caratteristiche differenti e deve avere un tipo di lavoro personalizzato. Con lui alla Roma tutti hanno reso più che altrove. 


     

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