Calciomercato.com

  • Roma, le pagelle di CM: Schick, non basta il primo clic. Gonalons ci pensa troppo

    Roma, le pagelle di CM: Schick, non basta il primo clic. Gonalons ci pensa troppo

    Roma-Torino 1-2

    ROMA

    SKORUPSKI 5,5:
    Torna titolare in giallorosso due anni e mezzo dopo e in venti minuti è più impegnato di Alisson in tre partite. Da fotografare e mettere in cameretta lo scatto col quale impedisce il gol a De Silvestri.  Da cestinare, invece, il 2° intervento sul destro del terzino dopo la respinta su Belotti. Nulla può su Edera. E’ maestro in eliminazioni: è la terza con la Roma.  

    PERES 5,5: Di fronte ha Niang, uno dei pochi giocatori ad aver deluso più di lui in campionato. I due si scambiano sensazioni di ansia e disagio tra errori, imbarazzi e poca intraprendenza. Il francese però rompe il ghiaccio e alla lunga ha la meglio. Due bei cross nel finale non gli danno la sufficienza. Urge un terzino destro, lo ripetiamo ad ogni pagella.  

    MORENO 5: Altro desaperecido in cerca di visibilità. Il messicano perde il sombrero troppe volte in area di rigore permettendo al Torino di diventare una delle squadre più pericolose all’Olimpico. Ora qualcuno si chiederà ancora perché giocano Fazio e Manolas?  

    JESUS 5,5: Belotti gli sfila il rosario dalle mani un paio di volte. Ma pure sulle palle inattive il brasiliano resta ghiacciato sulle gambe. Senza un compagno d’alto livello al suo fianco barcolla pure lui.  

    EMERSON 5: Le lacrime del 28 maggio, i sorrisi del 21 dicembre. Dal ritorno in campo dal 1’ dell’italo-brasiliano però non ci si poteva aspettare di più. Qualche buona discesa, cross non sempre precisi e la forte mancanza di Kolarov. Poi si perde Edera sul raddoppio e il sorriso si spegne.  

    GERSON 4,5: Quando tocca il pallone nello stretto si sente il dolce suono del samba. In alcune occasioni però servirebbe una botta di rock e invece il piccolo brasiliano ribadisce una certa lontananza dalla voglia di emergere. La doppietta di Firenze non può bastare. E’ ancora Arnold, in attesa che diventi il Principe di Bel Air.

    (67’ Pellegrini 5,5: Un tiro centrale e null’altro).  

    GONALONS 4: Si prende oneri e onori di impostazione della manovra alternando buone intuizioni a qualche amnesia difensiva che permette al Torino di ribaltare l’azione. Una volta ti perdonano, due forse, tre no. Così al terzo strappo di Obi ecco l’angolo da cui nasce il gol del vantaggio. Pensa troppo, pensa male. Maxime, non ci siamo.  

    STROOTMAN 6: Tutti intorno alla chioccia Kevin. E’ lui l’unico ad essere (quasi) certo di giocare anche sabato contro la Juve. Forse la testa dell’olandese era già allo Stadium però. Quando si avvicina all’area del Toro usa troppo spesso il fioretto. Non è nemmeno facile sguainare la spada se devi passare la serata a coprire le mancanze dei compagni. Al 64’ spreca da solo in area, poi prova in tutti i modi a far segnare Schick e Under.

    (75’ Dzeko 5: in tempo per papparsi un rigore che avrebbe dovuto battere Perotti. Con lui davanti però la Roma prende un po’ di concretezza. Peccato sbagli il 2-2 a un sospiro dalla fine)  

    UNDER 4,5: Fa cose turche, in tutti i sensi. Quando accende la lampadina e salta due uomini in un fazzoletto di campo, e quando non riesce a fare male in fase di conclusione anche da ottima posizione. Deve mangiare ancora tanta erba, forse lontano da Roma per il momento.

    (61’Perotti 6: tutta un’altra storia. Trova subito la porta, prova subito a spaccare la partita)  

    SCHICK 5,5: Trenta secondi e un tacco-assist d’alta scuola. Un sussurro dolce in un deserto di parole prima dell’urlo di speranza a 5’ dalla fine. Il ceco, infatti, è apparso per oltre un’ora ancora fuori dal gioco e non riesce a fare la voce grossa alla sua terza gara da titolare nonostante il palo (il 16° stagionale della Roma) colpito nella ripresa. Nella ripresa si sveglia: si prende un rigore non solare e segna un gol inutile. Avrà bisogno di tempo, ma si sbrighi.  

    EL SHAARAWY 6: Dà la sensazione di poter strappare la partita in un qualsiasi momento. La sensazione diventa convinzione alla mezz’ora quando da 30 metri coglie in pieno l’incrocio con una facilità imbarazzante. Ci riprova a inizio ripresa trovando Savic. Poi però torna a specchiarsi fino all’assist per Schick.  

    DI FRANCESCO 5: Questo ottavo di finale è quasi un fastidio nella settimana che porta alla Juve. Lo si capisce dalla scelte esagerate di turn over. Il tecnico non ha ancora capito di non avere una panchina di autentica qualità e mette sul bancone troppi esperimenti. Ne esce tanto fumo e una eliminazione pesante. Aggiungiamoci un problema che non si può più sottovalutare: i gol chi li fa? Un unico alibi: la sfortuna. Due pali e un rigore parato non sono di certo colpa sua (anche se non si spiega la scelta del rigorista).  

    Altre Notizie