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  • Roma-Liverpool, le pagelle di CM: super El Shaarawy, Nainggolan croce e delizia

    Roma-Liverpool, le pagelle di CM: super El Shaarawy, Nainggolan croce e delizia

    • Francesco Balzani
    ROMA 

    ALISSON 6,5: Al minuto 24 tiene in vita la Roma con una parata di piedi su Mané. Sembrava il dottor House nei casi disperati, ma la vita non è una serie tv (purtroppo). Così sull’angolo seguente ecco il gol di Wijnaldum che spezza l’incantesimo. Evita la sconfitta (immeritata) con un’altra parata niente male. Protagonista di questa Champions, dall’inizio alla fine.  

    FLORENZI 5,5: Teso come un arco, veloce come una freccia il tiro da fuori che dopo 5 minuti fa tirare un sospiro d’ansia dal Gianicolo ai Monti Tiburtini. Poi però il bersaglio diventa lui. Mané lo manda ai matti, e lui manda ai matti i compagni quando al 42’ prova una conclusione senza senso con due uomini in mezzo all’area. Nella ripresa rinsavisce fin quando Mané non decide di rifare sul serio. Fuori ruolo, fuori forma. Rischia pure il rosso nel finale.  

    MANOLAS 7: Senza fronzoli, e non potrebbe fare altrimenti dopo aver pagato all’andata di tasca sua. Rischia un mezzo rigore quando stende Mané proprio al limite dell’area, ma nel complesso è il più reattivo di una difesa non sempre ben posizionata. Almeno lui il riscatto l’ha trovato rimandando Salah a letto senza cena, ma con una qualificazione per Kiev in tasca. Nel finale mostra i denti velenosi, ci teneva. 

    FAZIO 6: Contro un attacco di centometristi prova a tirare fuori muscoli e senso della posizione, ma quando le frecce Reds decidono di sprintare va in comprensibile affanno. In fase di impostazione regala bei break, ma pure qualche lancio sconclusionato. Poteva andare peggio. 

    KOLAROV 6,5: Aleksandar non ha amici, figuriamoci Salah che all’andata si è rivelato il nemico peggiore. Lo randella un paio di volte prima di capire che c’è spazio per rubare terreno. Diventa insieme ad El Shaarawy il peggiore incubo di Arnold, ma non sempre trova bocche pronte a ricevere il pane che spedisce in area. 

    PELLEGRINI 5,5: Ha la maturità in tasca, ma stasera c’era un Master in ingegneria nucleare da sostenere. Lorenzo inizia bene, senza balbettare. Poi però quando le domande si fanno più complicate si perde in discorsi troppo lunghi. Milner e Wijnaldum ne approfittano spesso. L’esame è rimandato. (53’ Under 6,5: allunga il piede per il gol del possibile 3-2, ma Karius fa quel mezzo passo che basta. Partecipa alla gara di imprecazioni quando sfortuna e arbitro negano alla Roma una giusta vittoria. Poi si guadagna il rigore del 4-2)

    DE ROSSI 6,5: Nella notte da leoni non può mancare la criniera del capitano. Queste gazzelle però sono troppo veloci pure per lui. Impedisce a Salah di siglare il terzo gol dell’ex con una scivolata vecchie maniere, poi prova ad accorciare i reparti prendendosi il giusto tributo da capitano che non molla mai. Lui c’era 34 anni fa, era appena nato e oggi ha chiuso un cerchio di dolore col Liverpool. Appuntamento al prossimo anno però. (69’ Gonalons 6: alle stelle un tiro da fuori, poi fiargina a fatica cercando di portare in avanti il raggio di azione) 

    NAINGGOLAN 6: Non ci dormirà la notte, non passerà giorno senza ripensare a quel pallone regalato al Liverpool dopo 9 minuti che permette a Mané di zittire l’Olimpico a 34 anni di distanza. Un black out totale per il Ninja che manda in frantumi sogni e speranze e che lo fa cadere in un vortice di ansia. Prova a riprendersi con i soliti tackle, ma non è più il Radja che serviva. Lui però è uno duro a morire e se non altro si prende il giusto diritto di trafiggere Karius e realizzare un 3-2 più che meritato prima di prendersi la responsabilità di un rigore inutile. Applausi comunque.    

    SCHICK 6: Fiducia e voglia ci sono, ma quando c’è da intuire il movimento giusto per i pensieri di Dzeko spesso fa la mossa sbagliata. Rimedia un rigore, ma l’arbitro punisce un suo tocca morbido sulla spalla. E lui le braccia in quel caso non le deve allargare. Tecnicamente mostra i soliti pregi, che però non diventino fini a sé stessi.  Deve ancora crescere, lo farà. 

    DZEKO 7: Difficile giudicare la prova del giocatore che più di tutti si è speso: in tecnica, sacrificio, assist. C’è però una macchia che rovina un vestito alla Armani, studiato a Londra col Chelsea, realizzato tra Barcellona, Madrid, Quarabag e Shakthar. Quel colpo di testa che libera le porte del paradiso a Wijnaldum e manda il vestito direttamente tra le fiamme dell’inferno. Ha l’occasione per rifarsi ma Skomina gli nega un rigore sacrosanto in un Champions in cui gli arbitri sarebbero da mandare dietro la lavagna. Così prende il toro per le corna e sbatte in porta il pallone del 2-2 per la quinta rete di fila in Champions. Resterà pure una piccola macchia, ma noi questo vestito ce lo mettiamo lo stesso. 

    EL SHAARAWY 7: Prova a rivendicare il diritto al trono del Faraone. Parte a mille all’ora regalando subito un bel pallone per Dzeko. Non si scoraggia dopo lo svantaggio e fa carambolare il pallone su mezza Liverpool prima di alzare le braccia al cielo. Impreca tutte le divinità egiziane e non quando coglie l’ennesimo palo della stagione, poi è Karius a togliergli il gusto del gol ma per fortuna c’è Dzeko a regarargli un sorriso. Glielo strappa però di nuovo l’arbitro quando non vede un fallo di mano enorme di Arnold scaturito da un’altra sua magia. (75’ Antonucci 6: che emozione, e per poco non trova il gol) 

    DI FRANCESCO 7: Gli errori del passato condizionano il presente. Così pure una Roma ben messa in campo e con la voglia giusta cade nell’ansia dello sbaglio individuale. Questo condanna la Roma stasera dopo gli errori tattici dell’andata. Ha fatto un cammino di Champions impensabile a settembre, per questo gli va dato il giusto tributo. E’ inciampato sul più bello, ma ci ha provato fino alla fine. E ha trovato un arbitraggio vergognoso. Su questa squadra si può lavorare bene, lo farà senz’altro. Finisce 7-6 contro il Liverpool.  

    LIVERPOOL 

    KARIUS 6: Si becca sonori fischi per le rimesse in campo ritardate, ma pure gli applausi dei suoi per le uscite puntuali. Provoca un rigore grande come un caso che non viene concesso per fuorigioco inesistente di Dzeko. Avrebbe beccato pure il rosso. Rimette sui piedi del bosniaco il pallone del 2-2, ma si rifà su Under al 60’ e poi su Dzeko prima di vedere la carambola di Nainggolan. 

    ARNOLD 4,5: Lascia spesso aperta la porta di casa per far passare il nemico. El Shaarawy e Kolarov ne approfittano mandando tutto l’arredamento in aria. E’ l’anello debole della difesa inglese.  Di mano poi c’è un rigore enorme, ma di questo dovremmo parlare con Collina. (92’ Clyne ng)

    VAN DIJK 5,5: Compatto e tecnicamente superiore rispetto a tutti i colleghi di reparto in campo. Si divide tra Schick e Dzeko con non poche difficoltà soprattutto per arginare il bosniaco. Non sempre trova l’apporto dei compagni.  

    LOVREN 5,5: Serve sul viso di Milner un pallone infame. E nel complesso soffre con Dzeko che spesso gli ruba il tempo giusto. Tra andata e ritorno è quello che ha ballato di più, e in finale con Benzema e Ronaldo servirà un altro Lovren. 

    ROBERTSON 7: Ha un passo che sul lungo si fa notare, e che fa sudare Florenzi. Anche in fase difensiva però tiene bene le redini. Lo scozzese di Glasgow manda in estasi un pezzo di Inghilterra. 

    WIJNALDUM 7: Qualche anno fa poteva approdare a Roma. In questa primavera maledetta ha sbattuto i giallorossi fuori da un sogno. Ha suggellato quasi 180’ di pura perfezione con un gol che entrerà nella storia del Liverpool. 

    HENDERSON 7: Come all’andata gestisce il traffico con ordine e vigore. Non è uno che ruba l’occhio, ma sa come far pesare il suo contributo. Capitano reale, sempre presente sulle seconde palle. 

    MILNER 6,5: Si ritrova in faccia il pallone del pareggio, senza colpe. Con merito, invece, prende in custodia Nainggolan approfittando della cresta bassa dopo l’errore del vantaggio.  

    SALAH 5,5: Cuore tenero dopo aver infranto quello dei suoi ex compagni all’andata. L’egiziano stavolta ha meno metri rispetto ad Anfield, e si sbatte meno del solito per mettere il coltello nella piaga. 

    FIRMINO 6: Con lui ad orchestrare la manovra offensiva difficilmente si sente una melodia distorta. Approfitta dell’errore di Nainggolan e si rivela ancora decisivo dopo la grande prestazione dell’andata. E’ decisamente meno brillante in fase di conclusione. 

    MANE’ 7: Qualche volta sbaglia sotto porta, stavolta no. La freccia nera zittisce l’Olimpico dopo nemmeno dieci minuti e riprova a portare i suoi in vantaggio dopo l’autogol di Milner in più di un’occasione. Spina nel fianco.   (83’ Klavan 5,5: la panchina del Liverpool non è di certo all’altezza dei titolari)

    KLOPP 6,5: Sfrutta ogni minimo strappo della coperta giallorossa mostrandosi decisamente più scaltro del collega Valverde. Si prende una finale che nessuno avrebbe immaginato a inizio stagione sperando di vendicare quella persa col Dortmund. Un gran lavoro, e una squadra che sa fare male in verticale a qualsiasi difesa. L’arbitro gli dà una bella mano, anzi due. 


    KARIUS 6: Si becca sonori fischi per le rimesse in campo ritardate, ma pure gli applausi dei suoi per le uscite puntuali. Provoca un rigore grande come un caso che non viene concesso per fuorigioco inesistente di Dzeko. Avrebbe beccato pure il rosso. Rimette sui piedi del bosniaco il pallone del 2-2, ma si rifà su Under al 60’ e poi su Dzeko prima di vedere la carambola di Nainggolan. 

    ARNOLD 4,5: Lascia spesso aperta la porta di casa per far passare il nemico. El Shaarawy e Kolarov ne approfittano mandando tutto l’arredamento in aria. E’ l’anello debole della difesa inglese.  Di mano poi c’è un rigore enorme, ma di questo dovremmo parlare con Collina. (92’ Clyne ng)

    VAN DIJK 5,5: Compatto e tecnicamente superiore rispetto a tutti i colleghi di reparto in campo. Si divide tra Schick e Dzeko con non poche difficoltà soprattutto per arginare il bosniaco. Non sempre trova l’apporto dei compagni.  

    LOVREN 5,5: Serve sul viso di Milner un pallone infame. E nel complesso soffre con Dzeko che spesso gli ruba il tempo giusto. Tra andata e ritorno è quello che ha ballato di più, e in finale con Benzema e Ronaldo servirà un altro Lovren. 

    ROBERTSON 7: Ha un passo che sul lungo si fa notare, e che fa sudare Florenzi. Anche in fase difensiva però tiene bene le redini. Lo scozzese di Glasgow manda in estasi un pezzo di Inghilterra. 

    WIJNALDUM 7: Qualche anno fa poteva approdare a Roma. In questa primavera maledetta ha sbattuto i giallorossi fuori da un sogno. Ha suggellato quasi 180’ di pura perfezione con un gol che entrerà nella storia del Liverpool. 

    HENDERSON 6,5: Come all’andata gestisce il traffico con ordine e vigore. Non è uno che ruba l’occhio, ma sa come far pesare il suo contributo. Capitano reale, sempre presente sulle seconde palle. 

    MILNER 6: Si ritrova in faccia il pallone del pareggio, senza colpe. Con merito, invece, prende in custodia Nainggolan approfittando della cresta bassa dopo l’errore del vantaggio. Nella ripresa però boccheggia.  

    SALAH 5,5: Cuore tenero dopo aver infranto quello dei suoi ex compagni all’andata. L’egiziano stavolta ha meno metri rispetto ad Anfield, e si sbatte meno del solito per mettere il coltello nella piaga. 

    FIRMINO 6: Con lui ad orchestrare la manovra offensiva difficilmente si sente una melodia distorta. Approfitta dell’errore di Nainggolan e si rivela ancora decisivo dopo la grande prestazione dell’andata. E’ decisamente meno brillante in fase di conclusione. 

    MANE’ 7: Qualche volta sbaglia sotto porta, stavolta no. La freccia nera zittisce l’Olimpico dopo nemmeno dieci minuti e riprova a portare i suoi in vantaggio dopo l’autogol di Milner in più di un’occasione. Spina nel fianco.   (83’ Klavan 5,5: la panchina del Liverpool non è di certo all’altezza dei titolari)

    KLOPP 6: Sfrutta ogni minimo strappo della coperta giallorossa mostrandosi decisamente più scaltro del collega Valverde. Si prende una finale che nessuno avrebbe immaginato a inizio stagione sperando di vendicare quella persa col Dortmund. Un gran lavoro, e una squadra che sa fare male in verticale a qualsiasi difesa. L’arbitro gli dà una bella mano, anzi due. 




     

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