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  • Roma, Manolas scontento: c'è l'Arsenal

    Roma, Manolas scontento: c'è l'Arsenal

    • Francesca Schito
    L'Arsenal ci prova ma la Roma continua a tenere duro. Non c'è mal di pancia che tenga, Kostas Manolas è uno dei punti fermi della squadra giallorossa e non sarà ceduto entro il 31 agosto. Una ragione tecnica, ovviamente, ma non solo. Il contratto del greco è stato tema di discussione già a inizio anno, quando emerse la copia dell'accordo con l'Olympiacos: in caso di cessione entro settembre, il club ellenico incasserebbe il 50% del ricavato. Per la Roma sarebbe un suicidio, motivo in più per resistere su tutti i fronti.

    CRAC MERTESACKER - Dall'Inghilterra continuano a rimbalzare voci. In principio fu il Chelsea di Antonio Conte, interessato anche a Rudiger prima dell'infortunio che ha colpito il tedesco. Ora, come allora, la Roma respinge gli assalti provenienti da Londra. Cambia solamente il possibile acquirente: sulle tracce di Manolas c'è l'Arsenal, con Wenger chiamato a sostituire Per Mertesacker, costretto ai box almeno per i prossimi cinque mesi. Una bomba rilanciata direttamente da Sky Sports Uk ma che, al momento, non trova riscontri.

    AZIONI DI DISTURBO - Non c'è dubbio che Manolas abbia già chiesto un ritocco d'ingaggio a Walter Sabatini: il greco, attualmente, non arriva ai due milioni di euro netti. Una cifra ritenuta troppo bassa dal suo entourage, anche alla luce della considerazione della Roma, che reputa (giustamente) il centrale uno dei punti di forza dell'organico. Tutto è pronto per la trattativa per il rinnovo a partire da settembre ma a dare fastidio è proprio l'Olympiacos, che spinge per la cessione: superato il 31 agosto, infatti, il club ateniese percepirebbe solamente 6.5 milioni di euro, perdendo ogni diritto sulla percentuale di cessione futura. 
    La Roma non ha alcuna intenzione di lasciar partire un altro pezzo forte in questa stagione, soprattutto a queste condizioni economiche. Manolas dovrà curare il suo mal di pancia, per le sirene inglesi c'è ancora tempo. 

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