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  • Roma, Pastore è sempre più un caso. E in Champions League non gioca mai

    Roma, Pastore è sempre più un caso. E in Champions League non gioca mai

    Chiamatela maledizione Champions se l'espressione "caso Pastore" appare eccessivamente inflazionata. Non è titolare nella massima competizione europea da 3 anni e mezzo e in questa stagione sembra esserci un conto aperto, non avendo ancora disputato un solo minuto ufficiale e nemmeno contro il Cska Mosca sarà a disposizione: la Roma perde ancora una volta Javier Pastore, dopo averlo recuperato dall'ennesimo guaio al solito polpaccio destro per la partita contro la Spal. Ma attorno ai motivi reali dell'esclusione del Flaco dal prossimo impegno europeo il mistero si infittisce sempre di più.

    DI FRANCESCO SPAZIENTITO - Ko nel derby del 29 settembre, l'argentino aveva saltato la trasferta di Empoli prima della sosta, collezionando 12 abulici minuti sabato scorso, nel ko dell'Olimpico contro la formazione di Semplici. Atteggiamento molle, scarso dinamismo, cose che non sono andate giù ad Eusebio Di Francesco, che ieri in conferenza stampa ha genericamente minacciato quelli che non si allenano al meglio e non lo ha nemmeno nominato tra i calciatori indisponibili per la partita di stasera contro il Cska. Spia di un'arrabbiatura non ancora passata e di un'insoddisfazione sempre più palese per un calciatore "scomodo", dalla complicatissima collocazione tattica e avulso dal suo sistema tattico, o lo sconforto per una tenuta fisica sempre più problematica considerando che si tratta già del terzo infortunio stagionale per Pastore?

    25 MILIONI DI NULLA - Un investimento da 25 milioni di euro quello fatto dalla Roma in estate, che per ora non sta pagando e che nella Capitale è diventato presto oggetto di sfottò e ironie varie. Un problema in più invece per l'allenatore giallorosso, alle prese col rendimento schizofrenico di una squadra che ha alternato da inizio anni (pochi) picchi di buon gioco a pause mentali ed errori in serie che hanno reso più incerta la sua permanenza da qui al termine della stagione. Chiamatela pure maledizione Champions se preferite, ma Pastore è sempre più un caso.

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