È opinione comune che il futuro della Roma (ma soprattutto del suo allenatore) si decida nei prossimi 10 giorni. Oggi il Lecce, in settimana il Basilea in Champions e poi il derby del 7 novembre saranno determinanti.

In che senso? Se la situazione non dovesse migliorare, Claudio Ranieri potrebbe dire addio alla panchina di Trigoria. Qualche lettore — i mie due soliti, più un paio di nuovi iscritti — mi hanno chiesto che cosa ne penso. E rispondo subito che non sono d'accordo. Mettiamo che la partita con il Lecce vada male (naturalmente ci auguriamo di no) e che anche quella con gli svizzeri sia negativa: che cosa si dovrebbe aspettare? Magari un'altra sconfitta con la Lazio che sarebbe la mazzata finale per i sostenitori giallorossi? Ecco perché ritengo che si dovrebbe correre ai ripari subito, senza aspettare il match con la Lazio. Ormai, di brutte figure la Roma ne ha inanellate parecchie. Non tanto per i risultati, ma soprattutto per il gioco e per le scelte «singolari» del mister. Che cosa si vuole di più? Forse si aspetta un crollo verticale da cui sarebbe quasi impossibile risollevarsi? E non ci si rende conto che, così facendo, l'immagine della Roma si impoverisce sempre di più e chi ha intenzione di acquistarla potrebbe offrire un prezzo irrisorio per l’acquisto della società? Non credo che la signora Sensi e i dirigenti di UniCredit non si siano posti simile domande. E non penso che abbiano sottovalutato la situazione. Quindi, delle due l'una: o la Roma si riprende a suon di vittorie in questi dieci giorni; oppure è bene voltare pagina immediatamente.