La Roma, su input della proprietà statunitense, ha deciso di cambiare sponsor tecnico. Ma non sarà così semplice, servirà uno scontro in tribunale. Niente più Robe di Kappa, dunque, nonostante il contratto sia ancora lungo, scadenza nel 2017, e robusto, con 6 milioni a stagione che sono tantissimi in un periodo di crisi e con il club giallorosso fuori dall’Europa. Pallotta preferirebbe uno sponsor Usa, la bostonianaWarrior come il Liverpool o la Nike che però non ha fatto un’offerta di primo piano. In Europa sono in corsa l’Adidas e, caldeggiata da Baldini, l’Under Harmour del Tottenham; in Cina l’Anta Sports.

Il divorzio è traumatico. Basta leggere il comunicato voluto dal consorzio Usa: «Il cda della Roma, preso atto dei gravi difetti riscontrati sul materiale tecnico e sulla linea di abbigliamento realizzati per la stagione sportiva 2012-2013 dalla Basic Italia s.p.a., ha deliberato di risolvere il contratto con effetto immediato in conseguenza dei gravi inadempimenti contrattuali posti in essere dalla Basic Italia, riservandosi di tutelare gli interessi della Roma presso le opportune sedi. Le squadre della Roma continueranno ad indossare il materiale tecnico con marchio Kappa sino al termine della corrente stagione sportiva».

Dura la replica di Marco Boglione, presidente della Basic: «È da oltre un anno che i nuovi vertici americani annunciano la volontà di sciogliere il contratto. Le motivazioni riguardanti la qualità sono pretestuose e strumentali, verranno smontate in giudizio. Noi abbiamo sempre onorato i contratti, speravamo che lo stesso facesse la Roma, dopo tanti anni di leale e proficua collaborazione. Adesso il rapporto tra le società si sposterà in tribunale».