Roma, riparte la contestazione: striscioni choc contro Pallotta
PRECEDENTI - Una contestazione forte nei toni, ma fin qui non violenta nei fatti che è partita un anno fa dopo il mancato rinnovo a Daniele De Rossi e l’addio da dirigente di Francesco Totti. In quei mesi in tutto il mondo erano apparsi striscioni che invitavano, senza troppa galanteria, Pallotta a lasciare la Roma. Anche all'Olimpico ogni partita era scandita dai cori della Curva contro il presidente che negli ultimi giorni ha deciso di rifiutare l'offerta di Dan Friedkin (575 milioni) alimentando ancora di più il malcontento di una piazza scottata dalla mancanza di trofei da oltre 10 anni. Un clima di ribellione che si respira in città ma pure sui social visto che ieri i profili del club sono stati presi d’assalto dai tifosi sulla solita diatriba relativa alla data di nascita: per la dirigenza giallorossa è il 7 giugno 1927, per la tifoseria il 22 luglio. Una settimana fa l’Eur era stato lo scenario di un’altra contestazione, che aveva coinvolto però tutta la società: “Pallotta, Baldini e Baldissoni… La Roma non si risana con le cessioni” e “Se non sei in grado di tutelare i nostri campioni… Vai fuori dai cog****i! Pallotta go home!”. La Curva ha preso posizione contro la politica della società che potrebbe costringere il club a vendere alcuni dei suoi pezzi pregiati (Zaniolo e Pellegrini) nella prossima sessione di mercato a causa di un passivo di bilancio mai registrato prima che potrebbe arrivare a oltre 330 milioni a fine giugno.