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  • Roma-Torino, per Muzzi cuore diviso a metà: 'Ventura e Garcia due tecnici super'

    Roma-Torino, per Muzzi cuore diviso a metà: 'Ventura e Garcia due tecnici super'

    • Alessandro Salvatico
    Nel neonato Torino F. C. di Urbano Cairo, costruito in una settimana dopo il fallimento del club, Roberto Muzzi arrivò di sabato mattina, a poche ore dal debutto in campionato. Senza un allenamento, senza nemmeno un bagaglio, con un sacchetto di plastica contente gli scarpini e stop. Ma andò in campo, e non smise di essere decisivo fino all'ottenimento della promozione. Lui, cresciuto nella Roma, stasera vede le due squadre cui più è rimasto legato in carriera scontrarsi, e pure se è tesserato per una delle due – è allenatore della formazione Allievi per i giallorossi – il suo cuore è sincero.


    Fioccano i paragoni per Ciro Immobile, a Torino in molti pensano a Graziani, ma un attaccante che unisce grandi corsa e cuore a un immacolato talento, non ricorda forse anche un certo Roberto Muzzi?
    Eh! (ride), e il complimento per chi dei due è? Scherzi a parte, sicuramente mi posso rivedere più in lui che in Cerci, cui pure a volte mi hanno paragonato e rispetto al quale ho alcune cose in comune ma anche tante differenze.

    Inevitabile partare dell'ultima vittoria granata a Roma, anno 2007, firmato proprio...
    ...Dal sottoscritto, sì. Quasi non si sperava più nella salvezza perchè per centrarla si sarebbe appunto dovuto vincere a casa dei giallorossi, e in trasferta quel gruppo non vinceva quasi mai. In effetti, a dirla tutta, la Roma ci schiacciò per buona parte della partita, presero pali e traverse, poi arrivò un contropiede e per fortuna...io non sbagliai. E restammo in A grazie a quel gol.

    Il Toro restò in A, mentre non ci restò Muzzi.
    E per me fu un dispiacere grande. Io volevo giocare ancora un anno e poi stop, avevo le idee chiare e sapevo fin dove spingermi. E poi, appesi gli scarpini al chiodo, volevo lavorare con i ragazzini, e avrei voluto far crescere i giovani del Toro. Ma prima dovevo assolutamente fare il calciatore per un'ultima stagione. Purtroppo la proprietà non mi concesse questa possibilità, andai a chiudere a Padova, e poi la mia carriera nelle giovanili è iniziata non a Torino ma a Roma.

    Da uomo che la vive dall'interno, e nel finale dello scorsa campionato perfino in panchina: questa Roma è bella dentro come sembra da fuori?
    Sì, lo è. L'approcio di Garcia con i giocatori è stato quello giusto, rispettoso ma fermo, e il lavoro è splendido: si usa sempre la palla, pur se ci si allena in maniera intensa. Al gruppo allenarsi con lui piace davvero, e questo è fondamentale per fare poi al meglio il proprio lavoro e rifletterlo sul campo durante le partite.

    L'altro allenatore dell'anticipo di stasera è uno con cui vi conoscete bene...
    Sì, fu mister Giampiero Ventura con cui iniziai a esplodere nel Cagliari. Io con lui sono migliorato sotto molti aspetti e credo che questa sia la sua grande virtù, il modo in cui insegna calcio, ogni atleta con lui cresce e migliora sotto aspetti tecnici e tattici.

    Per cui, non è stupito dall'andamento di questo Toro?
    No, proprio perchè so quel che sa fare il tecnico con un paio di giocatori di buon valore. E mi fa moltissimo piacere specie per i tifosi, con cui il feeling per me fu immediato, da cui non volevo separarmi e che non dimenticherò mai.

    Che partita ci si può aspettare, stasera?
    Molto bella, innanzitutto, perchè si scontrano due delle squadre dal calcio più piacevole che ci siano in circolazione. Poi sulla carta sarà più difficile per il Toro, lo dice la differenza in classifica, ma la Roma deve stare attenta perchè si potrebbero verificare diverse situazioni ideali per la coppia di contropiedisti granata; io sarò comunque felice di esserci, perchè, ripeto, credo sarà una partita bellissima. Al Toro auguro di vincere tante partite in trasferta, ma non proprio questa; magari pure in questo stesso stadio...ma non contro la Roma...

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