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  • Roma:| Totti sceglie il silenzio

    Roma:| Totti sceglie il silenzio

    • V.N.

    Le parole di Tom DiBenedetto ('Io ammiro molto Francesco Totti, è un grandissimo giocatore ed è molto importante per il nostro progetto, ma è l'allenatore che decide chi e quando gioca. E io appoggio l'allenatore al cento per cento') non l'hanno sorpreso. Anzi, le ha addirittura considerate corrette perchè un presidente deve difendere sempre il proprio allenatore, specie dopo un passo falso. Sarebbe stato molto strano, del resto, se il nuovo proprietario della Roma avesse pubblicamente scaricato dopo due partite Luis Enrique e si fosse piazzato al fianco al capitano della squadra.

    Ecco perché l'intervista rilasciata a Sky dall'imprenditore di Boston, che oggi - uragano Irene permettendo - tornerà negli States, non ha lasciato tracce nella testa (e nel cuore) di Totti, che ieri ha trascorso la giornata in famiglia e che oggi pomeriggio sarà di nuovo a Trigoria per continuare a fare quello che ha sempre fatto, cioè allenarsi, trabajo y sudor per dirla alla spagnola, per meritare una maglia da titolare. Ha scelto la strada del silenzio, Francesco. Non ha aperto bocca dopo l'esclusione di Bratislava; non ha fatto polemiche dopo la sostituzione, censurata da un intero stadio e da tutta la critica, di giovedì scorso all'Olimpico; non ha nulla da dire neppure dopo le dichiarazioni di DiBenedetto. Non vuole correre il rischio di generare altre tensioni all'interno di un ambiente già troppo elettrico, quindi sta zitto perché sa che ogni sua parola potrebbe essere (mal) interpretata o presa a pretesto.

    Non ha chiesto spiegazioni a Luis Enrique dopo Bratislava (è stato il tecnico in prima persona a convocarlo nel suo spogliatoio per parlargli, imitato dal ds Walter Sabatini) e neppure dopo quel cambio a sedici minuti (più tre di recupero) dalla fine della partita contro lo Slovan. Se mai, sta ancora aspettando (su questo punto non molla di un millimetro) - a proposito di interviste - che si faccia vivo con lui Franco Baldini che, essendo ancora a tutti gli effetti il general manager dell'Inghilterra, continua ad essere lontano da Trigoria.

    Trabajo, sudor y también silencio, ecco la formula scelta dal capitano, che ha accettato la legge imposta da Luis Enrique a Trigoria ('Totti è uno come tutti', la sintesi) ma è curioso di verificare che tutti siano come Totti. Sa che all'interno della società c'è una spaccatura intorno al suo nome (e alla sostituzione di giovedì): qualcuno è convinto che Luis Enrique l'altra sera abbia sbagliato il cambio, qualcun altro ritiene che Totti sia il mandante delle critiche e della contestazione nei confronti del tecnico asturiano. Nessuno, però, esce ufficialmente allo scoperto e così anche Totti sta zitto. Perché qualcuno non potrà crederci, ma al primo posto Francesco continua a mettere la Roma. E non pensa minimamente a un addio, probabilmente deludendo chi, a Trigoria e non solo, sbagliando i conti del marketing festeggerebbe una sua partenza.

    (Il Messaggero)

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