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  • Roma| Totti o non Totti

    Roma| Totti o non Totti

    Se n’era già parlato, ma passato un po’ di tempo, uno dice: “Alla fine Totti ci avrà ripensato, non vuole più smettere”. Invece no, zero. Il capitano della Roma ha finito la stagione al meglio risultando per la sesta volta consecutiva il miglior marcatore giallorosso in campionato, ha finito come eroe tra gli eroi, visto il secondo posto acclamato dalla gente come se fosse un primo, ma tutto è rimasto uguale dentro di lui. La rabbia è la stessa. Totti non ha preso una decisione definitiva, tentenna: smetto, non smetto. Dubbi pesanti. Non è una questione fisica, né di età, né per il fatto di avere le gambe imbrattate dai segni dei colpi di una carriera da numero uno. Niente di tutto ciò. E’ un fatto di anima. Lo scudetto gli avrebbe dato quella spinta: così chiudo in bellezza, aveva pensato. Ora - dopo il secondo posto - quel tormento è tornato. Chi me lo fa fare? Adesso Francesco è molto arrabbiato col mondo del calcio o con quella parte che gli ha dato addosso dopo i famosi pollici del derby, dopo il calcione a Balotelli. Tutto quel polverone, un continuo. Da sempre, poi. A Totti non viene perdonato niente. Lui ora ce l’ha con gli stessi che per lo striscione esposto su di lui dai calciatori dell’Inter domenica sera, non si sono scandalizzati più di tanto. E soprattutto non hanno preso (ancora) provvedimenti. Tutti troppo morbidi. E invece la sovraesposizione mediatica nei suoi confronti non la sopporta più. Non sopporta nemmeno essere sempre considerato il male di tutto, quello su cui puntare sempre il dito. Come alza (o abbassa) un pollice, o, sbagliando, commette un fallo di frustrazione si scatenano opinionisti, ministri, papi, capi di Stato, psicologi. Il tutti contro Totti, insomma. Mi hanno lasciato solo, disse. E questo il suo stato d’animo. Alla fine - ne è convinto qualche sua amico stretto - non smetterà. Prevarrà l’amore per il calcio e per la sua Roma. Le vacanze gli consentiranno di staccare la spina e di ragionarci sopra. Ma per adesso, il dubbio rimane. E ne prendiamo atto. A Ranieri non ha detto nulla. Alla fine sarà una decisione tutta sua. Nessuno in società pensa a questa eventualità, quindi non si calcolano nemmeno gli eventuali sostituti. Deluso dalla mancata convocazione al Mondiale? No. “Ho stima di Francesco. Ho parlato con lui, anche Ranieri ha ammesso le difficoltà a giocare due partite in tre giorni”, la parole del ct Lippi. Mercato: Daniele Pradè sta lavorando sulla definizione dei contratti e su qualche vecchio contatto. Simplicio arriverà, presto verranno annunciati i contratti di Julio Sergio, Cassetti e anche Taddei, che alla fine sarà accontentato. A giorni, la Sensi vedrà Ranieri, non tanto per il mercato, quanto per l’eventuale rinnovo contrattuale, per continuare insieme il progetto Roma. La priorità del tecnico, si sa, è la conferma di Burdisso, per ora solo in prestito. L’argentino vuole restare, a breve sarà a Roma il suo manager per siglare l’accordo con la Roma (quadriennale da 2,5 milioni più i premi). Poi, dopo la finale di Champions, si va a trattare con l’Inter: sette-otto milioni, il costo dell’operazione. Che potrebbe prevedere anche l’inserimento di Juan (a sostenerlo è Pierpaolo Marino, che di cose di mercato ne sa) o di Baptista (lo sosteniamo noi), che piace anche in Inghilterra. Il resto? E’ presto. Comunque: De Ceglie, Schelotto, Zanetti, Benayoun, Huntelaar, Luis Fabiano, Adriano, sono tutti nomi che abbiamo fatto, facciamo, faremo ancora. E ne faremo altri. Un mercato che sarà fatto da ipotesi e suggestioni, come sempre. Ma rispetto allo scorso anno, un altro vivere. Manca il budget: una quindicina di milioni a essere ottimisti. Basteranno, dicono a Trigoria. Per forza.

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