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  • Roma, Veretout: 'Volevo tornare in Francia, ma Fonseca mi ha convinto. E su Nainggolan...'

    Roma, Veretout: 'Volevo tornare in Francia, ma Fonseca mi ha convinto. E su Nainggolan...'

    Veretout ha raccontato a France Football la sua evoluzione graduale nel centrocampista completo che è oggi 

    ESEMPIO NAINGGOLAN - “Nell’esperienza al Nantes ho imparato a gestire e passare la palla e a giocare nei piccoli spazi. All’Aston Villa ho lavorato sul fisico e sull’intensità. In Italia ovviamente c’è più tattica e più attenzione alla fase difensiva. A inizio carriera giocavo come numero 10, ma non mi sento a mio agio in quel ruolo, non mi piace stare vicino all’attaccante, devo partire da più lontano. Nel centrocampo a tre mi metto a sinistra e amo rientrare per cercare un passaggio e tentare la percussione. Amo fare gioco, ma devo migliorare nel gestire le forze. All’inizio pensavo che i grandi giocatori dovessero correre molto. Poi, in un Roma-Fiorentina, Nainggolan mi ha pressato ovunque per tutto il match. Nelle statistiche alla fine ho scoperto che aveva corso 3 km meno di me. Faceva corse intense, ma brevi, mentre io tendevo a fare corse più lunghe che mi stancavano di più. Oggi cerco di posizionarmi bene e pressare al momento giusto”. 

    RITORNO IN FRANCIA -  “I tifosi della Fiorentina non erano contenti del mio addio, ma come in tutte le squadre, vorrebbero tenere sempre i migliori giocatori. Ho avuto l’occasione di trasferirmi in un top team del campionato francese, non sarebbe stato un passo indietro, ma amo troppo la Serie A per lasciarla. Anche l’opinione di mia moglie ha contato. L’Italia ci piace molto”

    SU FONSECA -  “La mia priorità era trasferirmi in una grande squadra italiana. Mi sono preso il mio tempo, poi mi sono affidato alle sensazioni. Il tecnico mi ha telefonato per parlarmi della sua visione di calcio e di come voleva che evolvessi. Ha guardato quasi tutte le mie partite e mi ha descritto come ho giocato. Mi è sembrato molto interessato. Mi voleva, poi sta a me guadagnarmi il posto sul campo e questo è quello che provo a fare tutti i giorni. Lui ama avere il possesso della palla, è un gioco che mi si addice. E’ una squadra nuova per me quindi ho bisogno di tempo. Sulla carta sostituisco una leggenda come De Rossi, ma non posso paragonarmi a lui”.

    SULLA FRANCIA -  Con l’Europeo alle porte, grazie alla Roma può tornare a essere realtà: “Mi sarebbe piaciuto essere tra i campioni del mondo del 2018, ma non ho provato invidia, ero felice per loro. E mi dico: “Magari un giorno sarò lì”. Ho già avuto delle pre-convocazioni, sta a me continuare a lavorare. Le buone prestazioni non sono sufficienti, ci vogliono prestazioni molto, molto alte perché il livello è alto. Giocare in Champions aiuta, ma non è fondamentale”.

    SU ASTORI -  “Non avevo mai vissuto eventi simili nella mia vita privata. Ci penso ancora molto spesso. Davide, in modo assurdo, è morto nel sonno il giorno di una partita fuori. Era un grande capitano, mi aveva aiutato a integrarmi bene con la Fiorentina”. 

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