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  • Roma, Zeman:| 'Giovani non abituati a vincere'

    Roma, Zeman:| 'Giovani non abituati a vincere'

    Con il Bologna da 2-0 a 2-3: il boemo “incolpa” i giovani.
    Zeman-Roma, prime crepe: "Non sono abituati a vincere".
    Non rispettare il primo comandamento zemaniano costa caro. La Roma, dopo un primo tempo portatore di due gol in un quarto d’ora e completo di tutti gli optional del trattamento boemo, ha deciso di autogestirsi e fatto una frittata di proporzioni cosmiche. Invece di continuare a spingere sull’acceleratore, da sempre concetto fondante e allo stesso tempo croce e delizia dell’idea di calcio predicata da Zeman, ha scelto di addormentare i ritmi e risvegliato il Bologna.


    Venti minuti di disubbidienza ai dettami boemi, rimonta da 2-0 a 2-2 nel giro di 45” e ribaltone del 2-3 al 90’: Roma colpita e affondata dai suoi pastrocchi e dai rivitalizzati Gilardino e Diamanti. Stavolta la novità, rispetto a tutte le precedenti rimonte subite dalle molteplici creature zemaniane, è tutta nel modo in cui i giallorossi si sono complicati la vita: tre reti non prese in contropiede con nove giocatori da metà campo in su, ma tutte a difesa schieratissima. Non tanto, agli occhi di uno Zeman scontentato proprio su uno dei suoi principi fondamentali, per gli sciagurati pastrocchi commessi da Piris, Burdisso e Stekelenburg, ma per la scelta indipendentista della ciurma di tirare i remi in barca, frenare e cullarsi sull’illusorio 2-0 prodotto dagli acuti di Florenzi e Lamela. «Ci siamo disuniti - spiega, ruminando amaro, il boemo - il Bologna si è avvicinato alla nostra area di rigore e ha segnato sfruttando tre errori grossolani. Abbiamo abbassato il ritmo, la difesa si è allargata e il centrocampo non è riuscito a coprire tutti quei metri. Si dice che le mie squadre non difendono bene perché sono sempre troppo alte, io penso solo che se fossimo rimasti alti non avremmo incassato i tre gol del Bologna».

    Forse la vera nota dolente della giornata di Zeman è che la Roma, andata in bianco per l’ennesima volta all’Olimpico (ultimo successo lo scorso 11 aprile), non sia ancora una creatura completamente sua. «Questa è una squadra – spiega il tecnico - che deve giocare sul ritmo. Se non lo fa, va in difficoltà. Totti a parte, si tratta di un gruppo di giovani che non sono abituati a lottare per vincere i campionati. Dispiace perdere così, è davvero un brutto colpo». Rallentare, per le immodificabili leggi zemaniane, resta un reato capitale.


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