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  • Romamania: basta crocifiggere Dzeko, con lui Fonseca si comporti come fece Trapattoni con Matthaus
Romamania: basta crocifiggere Dzeko, con lui Fonseca si comporti come fece Trapattoni con Matthaus

Romamania: basta crocifiggere Dzeko, con lui Fonseca si comporti come fece Trapattoni con Matthaus

  • Paolo Franci
Ho seguito con grande interesse il post partita di Roma-Verona, in particolare il tentativo di scardinare il bunker di Paulo Fonseca sulla vicenda Dzeko. E ho ascoltato lo zio Bergomi sostenere e sottolineare un aspetto della vicenda che condivido in pieno. Bergomi ha raccontato come ai suoi tempi anche Trapattoni avesse – eccome – problemi comportamentali con alcuni giocatori e in particolare ha rivelato come fosse elettrico il rapporto tra il Trap e Lothar Matthaus. Questo non ha però impedito ai due di lottare per la stessa causa, con risultati scolpiti negli almanacchi, e di 'sfruttarsi' a vicenda per raggiungere l'obiettivo per il quale erano lautamente pagati. Ovviamente, Bergomi voleva dire tra le righe quel che poi hanno detto in molti: si può tranquillamente lavorare per la stessa causa pur non avendo uno straccio di feeling e rapporto personale. Perché poi una squadra di calcio non vive in un'aula universitaria dove si filosofeggia sulle linee comportamentali: ci si allena, si gioca, si cerca di vincere per raggiungere un obiettivo. Il calcio è pieno di di giocatori e allenatori che non si sopportano o non si sono sopportati.

Fonseca dice che non è vero, che non vuole che Dzeko chieda scusa davanti a tutta la squadra – e la cosa mi rinfranca: trovo assolutamente ridicola una roba del genere tra uomini adulti e di sport. La vedo bene in una scuola elementare... - e che sono invenzioni. Ok, d'accordo, ma allora perché Dzeko è fuori squadra? Perché si allena da solo? E cosa serve allora per ricomporre la vicenda? Stiamo parlando del giocatore di maggior spessore e classe della Roma e non dell'ultimo arrivato. Altra domanda: perché Dzeko non ha mai avuto problemi con gli allenatori precedenti e ora sì? E in ogni caso, un giocatore che si 'avvelena' come ha fatto lui per il modo umiliante (e impotente) in cui la Roma ha prima perso il derby e poi la faccia con lo Spezia, sarà criticabile e censurabile nei modi, in caso avesse esagerato con reazioni e parole, ma in ogni caso non è uno che se ne frega. Semmai, è un capitano che 'sente' la situazione fino a perdere il controllo, ammesso che l'abbia perso. Ora che si vuole fare? Dopo aver tentato di portare a casa l'operazione di mercato (Sanchez) che a fatto impallidire certe idee di Monchi cosa si vuole fare? Dzeko lo crocifiggiamo fino alla fine della stagione o lo si utilizza per tornare in Champions? E comunque, ha ragione lo zio Bergomi quando ricorda come un grande allenatore sia tenuto a gestire i grandi giocatori in un grande club. Sennò, sarebbe troppo facile mettere fuori questo o quello ogni volta che sbatte la porta dello spogliatoio.

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