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  • Romamania: ciao Rudiger. Eppure Monchi aveva detto che...

    Romamania: ciao Rudiger. Eppure Monchi aveva detto che...

    • Paolo Franci
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    “Vostro onore, signori della giuria, il mio cliente è innocente, assolutamente innocente, non può assumersi responsabilità che sono chiaramente di altri”. Se avessi intrapreso la carriera d'avvocato e mi fossi ritrovato in aula a difendere Monchi in un processo di fantasia per le sue dichiarazioni, l'avrei chiusa così. Diamine, non una cosa facile difendere uno che aveva detto testuale (e ripreso dal sito ufficiale dell'AS Roma, sia chiaro), nel giorno della presentazione di Di Francesco: “La Roma non ha intenzione di vendere giocatori, ma vuole costruire la miglior rosa possibile affinché Eusebio raggiunga i migliori obiettivi.... In quanto a Rudiger, a oggi ci sono zero trattative aperte. E vi dico anche che ci sono zero possibilità che Rudiger parta dalla Roma”. L'ultima soprattutto, è stata un'uscita un po' da spaccone. Cioè, vero che si era convinti di salutare Manolas, ma proprio chi fa il mestiere di ds ti spiega che è meglio non parlare di affari conclusi finchè non arrivano le firme. Ora, quando ho fatto un tweet per ricordare la frase di Monchi, è con lui che ero irritato. Avevo appena detto e scritto qui che la Revolucion Monchiana mi piaceva, che questo suo muoversi da Illusionista che piazza coupe de theatre qua e là mi intrigava. E invece zac, addio Rudiger. Uno forte e certamente più affine al calcio di Di Francesco rispetto a Manolas. Uno che era entrato nel cuore della gente. Uno che ti fa sentire il clangore dell'armatura nei derby. Un romano tedesco come solo Rudy Voeller, per intenderci. Addio anche a lui.


    Dopo l'irritazione iniziale - avevo preso sul serio le garanzie di Monchi – sono tornato al Via come nel Gioco dell'Oca: sono i club che avallano le cessioni e dettano le linee ai direttori sportivi. E sono sempre i club che vendono per necessità economiche, spesso stringenti, come nel caso della Roma. Il caso Rudiger ci riporta al maggio 2013, quando Sabatini disse che Lamela e Marquinhos sarebbero rimasti a Trigoria: “I nostri giovani migliori non li cediamo, rimarranno tutti a Roma”: Com'è andata a finire si sa. Ma quei giovani non furono ceduti per iniziativa di Sabatini. Non scherziamo.

    Monchi sta imparando in fretta come funziona il calcio italiano ma, altrettanto in fretta, deve imparare a conoscere come funziona il suo presidente James Pallotta. Soprattutto in merito a proclami, progetti futuri e dichiarazioni. Un lavoro facile, in fondo: basta un computer, una linea internet e la pagina di Google. Cerchi anche Italo Zanzi, che il 1 marzo 2013 arrivò a dichiarare: “Vogliamo diventare il più importante club al mondo”. O, due anni prima, l'allora presidente della Roma Thomas Di Benedetto, grande amico e socio di Pallotta: “L'obiettivo è chiaro: scudetto prima possibile”. Non che serva a qualcosa, alla fine. Ma di sicuro Monchi si sentirà in buona compagnia per quella dichiarazione su Antonio, il tedesco di Roma.


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