Cesena-Roma conta. E pure tanto. Innanzitutto perchè terminare il campionato con una vittoria sarebbe il minimo dopo una stagione di risultati altalenanti e figuracce raccolte sopratutto in trasferta. E poi c'è la classifica. Confermare il settimo posto sarà d'importanza fondamentale, considerato il ciclone calcioscommesse, pronto ad abbattersi a fine maggio in serie A. Saranno coinvolte Lazio, Udinese, Napoli e forse Inter. In pratica tutte le concorrenti che si giocheranno il terzo posto all'ultima giornata. Plausibile sperare che almeno una di queste venga penalizzata e estromessa dalla Uefa: a quel punto la Roma sarebbe la prima ripescata.

Attenzione allora a quello che accade sotto, con Parma e Bologna a sfidarsi per scavalcare i giallorossi. La Roma, se perdesse a Cesena, arriverebbe ottava e le possibilità di ripescaggio in Europa League diminuirebbero. La squadra e Luis Enrique sono chiamati a compiere un piccolo regalo ai tifosi e al prossimo allenatore. In fin dei conti, se sarà Montella, riprenderebbe la squadra nella stessa posizione in cui l'ha lasciata un anno fa e con una stagione in più d'esperienza.

Alcuni tifosi e addetti ai lavori credono che suo ritorno in panchina sia rappresentante del fallimento del progetto. Io non credo. Quello che è accaduto a Luis Enrique quest'anno sarebbe potuto succedere allo stesso Montella, con il conseguente rischio di bruciarlo. A Catania ha avuto l'opportunità di lavorare in una piazza calda, ma con poche aspettative. E' riuscito a proporre il suo tipo di calcio (che a me non piace, ma poco importa) e ha avuto modo di crescere come professionista. Di sicuro tornerebbe un Vincenzino con le spalle più larghe. E con molti ex compagni di squadra in meno. E anche questo fa tanta differenza.