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  • Romamania: Filippo il Bullo

    Romamania: Filippo il Bullo

    • Valerio Nasetti

    Da Brescia a Roma. Mexes ha ritrovato la sua gente. L'hanno applaudito, lui ha ricambiato, perchè tra amici non esistono segreti. 'E' un momento delicato, abbracciamoci', sembra dire il francese. Non importa se si è muratori, ingegneri, edicolanti o calciatori milionari: la vita è una montagna impervia, capita a tutti di cadere, ma il vero forte è chi si rialza, anche grazie all'aiuto delle persone vicine. E' il caso di Philippe Mexes. Lo scorso mercoledì il pianto del Rigamonti, sei giorni dopo di nuovo Filippo il Bullo. In coppia con Burdisso ha retto la difesa giallorossa. Una partita limpida, senza sbavature, ma fino a metà secondo tempo ancora incompiuta.

    Mancava qualcosa, perchè quell'alone di tristezza, segnato dalle tre giornate di squalifica per un fallo mai commesso, era presente ancora sul suo volto. Quante lacrime versate per la Roma. L'anno scorso al termine di Roma-Samp, sette giorni fa dopo il 'rosso' di Brescia. L'abbiamo scoperto un bullo sensibile, ma quanto ci piaceva quel suo sguardo arruffone, simile per certi versi a Francesco Totti. Un francese romano. Anzi, come lui stesso ammette: 'Un romano, un coatto che per sbaglio è nato a Tolosa'.

    Mexes è 'Fiori trasteverini' di Romolo Balzani. Non dia inganno la chioma bionda e la pelle pulita. Mexes è semmai 'er mejo fico der bigonzo', non un fighetto. Un ragazzo che perde facilmente la testa, un limite che si trasforma in pregio, se si confronta con il suo comprendere a posteriori. La propria voglia di riscatto è esattamente l'effetto dell'ammissione di colpa. E' orgoglioso al punto giusto. Il suo miglior periodo a Roma l'ha avuto ai tempi di Spalletti. Forse al minuto 69 di Roma-Cluj, Mexes pensava proprio al tecnico di Certaldo. A quello schema portatrice di tanti abbracci e gioie. C'era anche Pizarro in quella squadra.

    Calcio d'angolo. I due si sono guardati. Si sono capiti. Mexes fuori area. Pizarro lo serve. Tra il numero 5 giallorosso e la porta una ventina di metri e di gambe. Il destro colpisce la sfera. Parte dritta. Poi inizia a convergere verso sinistra, non fai in tempo a chiederti chi la sta muovendo che questa gonfia la porta. Gol (anzi gò). La Roma è in vantaggio. Il volto di Mexes si deforma. Ma questa volta non trasborda lacrime, ma felicità. Esulta con il pubblico, con gli 'amici' che urlano il suo nome. Lui è incredulo. Si strofina gli occhi. Pensa sia un sogno. No, Phil, Roma lo è. E' ritornato Filippo il Bullo, insieme alla Curva Sud: 'Se stai in bolletta, noi t'aiutamo'. Questa è la vera romanità. 

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