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  • Romamania:| Imperfetto equilibrio

    Romamania:| Imperfetto equilibrio

    'Se non si ha sostanza, si prende gol. Abbiamo bisogno di equilibri'. Con queste parole Luciano Spalletti spiegava la crisi della Roma dopo la sconfitta interna contro la Juventus. Due giorni dopo il tecnico dava le dimissioni. Era il 1° settembre del 2009. A distanza di tre anni e mezzo, la Roma sembra ferma a quella conferenza stampa. Ranieri ha rappresentato il canto del cigno, dopodiché Luis Enrique e Zeman hanno speso il loro tempo a Trigoria alla ricerca del bello, dell'utopia, del numero, ma mai della concretezza. Equivocando il loro perfetto equilibrio con un im... perfetto equilibrio della squadra.

    Da oggi la Roma è affidata al tattico di Spalletti, Aurelio Andreazzoli. Proverà a gestire la situazione fino al termine della stagione. La ricetta per trovare l'equilibrio è semplice: il calcio si gioca con il pallone e la squadra si deve allenare con il pallone. Addio gradoni, ripetute su chissà quanti metri e prove di velocità. La squadra giocherà a calcio anche a Trigoria, ma il timore è che sia troppo tardi. Altri sei mesi buttati, per l'ennesima scelta errata della dirigenza, intenta sempre a voler sorprendere e mai a raccogliere.

    Ha pagato Zeman, ma le responsabilità sono condivise. I dirigenti hanno sbagliato per due volte consecutive la guida tecnica e la società è ancora incapace di far sentire il proprio peso specifico. Roma è una piazza particolare, ci vuole polso. E' molto distante dai canoni americani, dove allo stadio si arriva con i popcorn e si predilige lo spettacolo al risultato. Per i tifosi il calcio è uno sport, per molti è una fede e in un centinaio si sono riversati a Trigoria per chiedere spiegazioni. Ma c'è poco da chiarire, è solo un altro fallimento collettivo. 

    Per Pallotta e soci, però, la colpa è solo di Zeman. Ad Andreazzoli e a chi verrà dopo è affidato il compito di dar ragione a questo postulato, un'altra utopia. Perché in serie A vince chi ha più campioni in squadra, un allenatore capace a disporre gli undici in maniera corretta e una società presente. Capello nel 2004 decise di andare via dopo aver vinto uno scudetto, i tifosi di poca memoria gli diedero del traditore. A nove anni di distanza si può dire con assoluta certezza che aveva capito tutto. Capello e Spalletti, gli ultimi due rappresentanti di una Roma con un equilibrio che adesso non esiste più. Imperfetto.

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