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  • Romamania:| Non è un team per giovani
Romamania:| Non è un team per giovani

Romamania:| Non è un team per giovani

  • Valerio Nasetti

Altolà gioventù. La Roma non vi vuole o non vi si può permettere. La prima caratteristica della squadra che verrà, dovrà essere l'esperienza. Calciatori già rodati, che appoggiano il progetto societario e che non creano beghe all'interno dello spogliatoio. L'età media sarà molto vicina ai 30: soltanto Burdisso, De Rossi, Vucinic e Adriano nell'ipotetica formazione titolare non arriveranno a toccare questa metaforica asticella, ma di poco. I giovani cresceranno da un'altra parte, utilizzati magari come pedine di scambio per arrivare ad altri talenti utili nel 4-4-2 che vorrebbe improntare Claudio Ranieri. Anche loro maturi. Perchè a Trigoria il termine gioventù fa rima con esperimenti e la società giallorossa, con pochi soldi in tasca, ha in mente soltanto la massima concretezza. Rischiare il meno possibile sul mercato, per giocarsi scudetto e Champions League.

In pratica non si dovrà ripetere lo stesso errore di due anni fa: il budget di mercato, all'epoca, sfiorava i 25 milioni di euro e la società, sfumato l'arrivo di Mutu (e menomale), si fece prendere dall'ansia ed acquistò prima Baptista (una riserva) poi Menez (talento ancora inespresso). Ebbene, i soldi ques'estate non ci sono e paradossalmente il periodo di vacche magre in corso potrebbe trasformarsi in un boomerang positivo: Adriano e Fabio Simplicio, infatti, sono già stati presi a parametro zero; ora si dovrà semplicemente, ma nel più breve tempo possibile, ampliare la rosa puntando su calciatori già visionati da tempo (Ebouè, Behrami, etc.).

Niente esperimenti, nessuna novità, dunque: tentare di stravolgere una filosofia non ha mai regalato buoni frutti in casa giallorossa, ne sa qualcosa per ultimo Luciano Spalletti, il quale, quando decise di aumentare i muscoli in mezzo il campo, arrivò soltanto sesto. Le idee vincenti non si cambiano, guai a ritenerle ripetitive o stucchevoli: devono essere, al contrario, testarde e di conseguenza chiare. Nient'altro che il frutto dell'esperienza, appunto, in attesa di tempi migliori.

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