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    Romamania: Ranieri l'esorcista del demone Inzaghi, trasformati in giganti d'argilla gli "ingiocabili"

    Romamania: Ranieri l'esorcista del demone Inzaghi, trasformati in giganti d'argilla gli "ingiocabili"

    • Gabriele Conflitti
    Alla fine il vero demone è lui: Claudio Ranieri. Ha aspettato 15 anni per restituire all’Inter la scortesia del 2010, quando la sua Roma vide svanire il sogno Scudetto perdendo all’Olimpico contro la Sampdoria, permettendo ai nerazzurri di mettere le mani sul secondo dei tre titoli del Triplete. 

    La Roma espugna San Siro quattro anni dopo l’ultima volta. Lo fa grazie a un goal di Soulé nel primo tempo e centra il diciottesimo risultato utile consecutivo. Una vittoria che non solo aumenta la consapevolezza del gruppo squadra - non tutto da buttare per quanto ampiamente rivedibile in sede di mercato estivo (in bocca al lupo Ghisolfi) - ma soprattutto dà ancora un senso alle ultime quattro giornate di campionato dei giallorossi. 

    Perdere a Milano avrebbe significato, in concomitanza con i risultati delle altre rivali, dire praticamente addio alla possibilità di non guardare le coppe dal divano la stagione prossima. Con i tre punti nel più difficile dei big match la Roma si mantiene invece aggrappata al gruppone delle pretendenti alle Europa, rovinando molto probabilmente i piani di risalita del Milan ma mettendo pressione a Lazio e Bologna impegnate nel Monday afternoon/night contro Parma e Udinese. 

    Gli “ingiocabili” - Mhkytarian dixit - si sono rivelati un gigante d’argilla. Molto meglio la squadra di Ranieri, che pure nelle uscite dell’ultimo mese era stata più convincente nei risultati che non nelle prestazioni. La notizia della giornata è il senza voto in pagella a Svilar, dopo settimane di copertine e prestazioni da portiere ambito da diverse big del calcio europeo.

    Il rischio è quello di ripetersi, ma la Roma dirigenza deve solo mangiarsi i gomiti per aver buttato alle ortiche una stagione che - numeri alla mano - avrebbe potuto aver risvolti ben più positivi di una corsa punto a punto per l’Europa di seconda o terza categoria. 

    Vanno ringraziati Dan e Ryan Friedkin, trincerati dietro un silenzio da non innocenti e che probabilmente hanno spostato i loro interessi sulle rive blu del Merseyside piuttosto che su quelle giallorosse del Tevere. 
    Va ringraziata Lina Souloukou, che in nome dell'amichettismo ha consumato il delitto perfetto a Daniele De Rossi. 
    Va ringraziato Ivan Juric, così bravo a portare a 8 i calciatori da 5 in pagella, ma che a Roma è riuscito nell’impresa di farli regredire a 3. 
    Va ringraziato chi ha avallato, anche mediaticamente, certe tipologie di scelte in nome di un’imprecisata autocandidatura ad House Organ della società giallorossa. 
     

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