"Non mi sorprenderebbe se la Roma lottasse fino al 95' dell'ultima partita per passare l'eliminatoria e se poi fosse la stessa Roma a qualificarsi". Luciano Spalletti non crea alibi ai suoi giocatori, anzi li mette con le spalle al muro. Tutti. "Abbiamo il 50% di possibilità di passare il turno". Il messaggio inviato dal tecnico toscano è chiaro. Domani si scrive la storia. Ancora. Nel bene o nel male. Non ci sono scusanti, non importa che di fronte ci siano i "galacticos". La Roma deve fare la Roma. Dopo quattro vittorie consecutive Spalletti carica di responsabilità la squadra, pronta a fare l'ennesimo salto nel buio. Spalletti sa perfettamente che nell'ultimo anno e mezzo i giallorossi hanno preso 6 gol dal Barcellona e 7 dal Bayern Monaco (il capofila era stato lui con i 7 gol incassati a Manchester). E' chiaro che al di là delle parole del mister, le possibilità per Totti e compagni di arrivare ai quarti di finale sono basse, bassissime. Si tratterebbe di un'impresa. Ma Spalletti vuole creare lo "stile Roma", un ambiente "perfetto per lavorare, soprattutto quando si parla di calcio". E allora le basi per una nuova concezione, la "Roma way" parte da qui. Dalla preparazione dell'ambiente, dalla convinzione di essere attrezzati a poter fare miracoli. Anche grazie al supporto del suo pubblico - domani oltre 50.000 spettatori sono attesi in un Olimpico che sarebbe ancora un pallido ricordo rispetto a quello di alcuni anni fa - perché "la curva Sud è un prolungamento del campo di gioco". Tutti insieme per tentare il miracolo. Perché questa Roma deve tornare tra le grandi d'Italia e affacciarsi tra le grandi d'Europa. Quello che ci si può augurare è che domani si consumi un grande spettacolo e soprattutto che per la Roma i giochi non si chiudano troppo presto. Andarsi a giocare la qualificazione al Santiago Bernabeu avrebbe tutto un altro gusto.
