Serve una rovesciata. Per dimenticare i quattro gol subiti dal Napoli e riprendere quella marcia veloce iniziata un lunedì sera contro il Torino, quando un arbitro diede un aiutino e Osvaldo ne approfittò. Serve una rovesciata per ricordare come la Roma ha iniziato questa avventura. In difficoltà. E la sta proseguendo, a volte cadendo, ma con la voglia comune di rialzarsi. La squadra è diventata gruppo e rimarrà unita: sono previsti pochi scossoni sia in entrata che in uscita. 

Saranno quelli del 31 agosto, con le proprie forze, a tentare di accontentare Baldini nella missione quasi impossibile della Champions, e a far sognare i tifosi. Serve una rovesciata a Catania, proprio come quella bella di Osvaldo che ha donato una speranza ai giallorossi nel debutto dell'Olimpico, ma domani l'Autore sarà assente. Quella rovesciata, l'emblema di tutto il girone d'andata. Intrigante, ma quasi evanescente. Era servito anche un guizzo di Nico Lopez per aggiustare quella partita ormai persa. L'uruguagio ora è lontano migliaia di chilometri. 

Rispetto a quella serata, sarà diverso il portiere, l'asse difensivo, soltanto il tanto vituperato De Rossi sarà sempre al suo posto dopo tante vicissitudini. Perché gli amori fanno dei giri immensi e poi ritornano. Il suo ultimo gol importante in giallorosso lo ha segnato proprio al 'Massimino' (l'ultimo in assoluto a Cesena in una partita senza senso). Un colpo di testa, bello e spettacolare come una rovesciata a salvare la Roma da una sconfitta. Ora però si deve ripartire. VIncendo.