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  • Romamania, a Manchester fantasticando su Sarri: siamo romanisti...

    Romamania, a Manchester fantasticando su Sarri: siamo romanisti...

    • Paolo Franci
    Starsene lì a ragionare sul nuovo allenatore della Roma quando il 'vecchio', cioè Fonseca, è a poche ore da una semifinale europea, beh, fa molto romanista. Però è anche vero che, sinceramente e a prescindere da come andrà a finire con il Manchester United (gesti apotropaici a garganella, please!), ciò che la Roma sta mostrando in questo tragico campionato invita - e anche qualcosa in più – ad ammiccare verso Maurizio Sarri un po' come si fa a Napoli con San Gennaro. Cioè si accarezza il sogno europeo e ci si affaccia dietro quest'ultimo pensando che, davvero, di questa Roma 'portoghese' non se ne possa davvero più. Inutile soffermarsi troppo su quell'umiliante classifica, specchio del fallimento e di una squadra che non è riuscita a ritrovarsi e a trovare equilibrio nel gioco del suo allenatore. Però, quei 51 gol subiti più di tutto e tutti rappresentano la certificazione di un'avventura che in questo biennio ha mostrato lampi e guizzi senza mai raggiungere equilibrio e necessaria continuità.

    E mi fa irritare, molto, il ragionamento secondo il quale la Roma imbarazzante di Cagliari, o quella bombardata dall'Atalanta per poi cogliere fortunoso pareggio, sia figlia di una scelta. La scelta di non giocare in campionato e farlo soltanto in Coppa. Sarebbe così se la Roma avesse – come si diceva una volta – 'furoreggiato' contro l'Ajax. Ma così, ahimè non è stato. Però è vero che la Roma di Coppa scende in campo con altro spirito. E il solo fatto che questo venga considerato accettabile, scusate il paradosso, per me è assolutamente inaccettabile. E allora, se è vero che la Roma in campionato è già in vacanza, anche se c'è la semifinale di Coppa, è perfettamente lecito fantasticare sulla nuova Roma di Sarri, in attesa che l'ex Chelsea varchi i cancelli di Trigoria e firmi il contratto. In fondo, il campionato è già finito no? Per dirne una grossa: è come se il Psg in Francia perdesse partite in serie perchè deve giocare le semifinali di Champions League. E così Real Madrid, Chelsea, City. In realtà, la Roma sembra implosa nella sua incapacità di ritrovarsi nelle idee del suo allenatore. Si vede e non dalla partita con il Cagliari che il suo calcio è figlio della meccanica e non della convinzione e il coinvolgimento, almeno a mio parere.

    Però poi c'è un fattore non trascurabile, in vista del maledetto United: ai calciatori piace giocare le grandi partite. Piace maledettamente. E anche agli allenatori, in particolare a quelli che vorrebbero andarsene lasciando un segno grosso così nella storia del club, prima di svuotare ufficio e armadietto. Certo, lo United è forte, molto più forte della Roma. Questo dice la carta. Poi però ci sono le partite. E le partite bisogna giocarle, giusto ragazzi?

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