Zanichelli dovrà inventarsi al più presto un aggettivo per definire Francesco Totti. In questi diciannove anni sono stati utilizzati tutti, ma ormai nessuno rende giustizia a quanto mostrato dal capitano nella sua carriera. Allora accontentiamoci dei numeri. Duecentoventuno gol in serie A, duecentosettantasei totali; in questa stagione già a segno sei volte in quindici partite, quasi una media da Scarpa d'oro, quella vinta nel 2007.

Ma il numero più importante è un altro: 1976. La sua data di nascita. Perché Totti sta continuando a trascinare la Roma a 36 anni, l'età giusta per smettere o per svernare in qualche campionato esotico e racimolare soldi che basterebbero per altre dieci generazioni. Francesco invece vuole dare tutto per la Roma. Il suo sogno è di essere in grado di giocare fino a 40 anni in serie A. A giudicare da quanto si è visto sabato sera, le possibilità esistono.

Due gol in cui c'è tutto Totti. Tecnica e magia il primo: controllo difficile su assist di Destro e tocco beffardo a superare Viviano. Potenza e coraggio nel secondo, quello del 3-1. Infine il punto esclamativo, il 'basta spingere' servito ad Osvaldo nei minuti finali. Allora godiamoci questo presente e ripercorriamo mentalmente il passato per capirne la storia. Il rammarico resta quello di aver visto soltanto in poche occasioni una Roma all'altezza del suo numero dieci. A Pallotta e soci il compito di restituire ai tifosi una squadra degna del nome che porta e renderla finalmente grande. Oltre il tempo, al di là dei confini nazionali.