Ronaldo e gli altri in giro per il mondo a Natale: potevano farlo e saranno a disposizione dei club senza quarantena
SI PUO' FARE – Prima risposta. Lasciare l'Italia non era vietato, sia che fosse per tornare nel proprio paese che per motivi di lavoro o anche solo per svago. Dando per assodato ovviamente il fatto che a partire siano stati giocatori non positivi né a contatto con positivi. Lo ha spiegato anche Roberto Testi, responsabile del Dipartimento di Prevenzione della Asl di Torino: “Conta solo cosa viene richiesto dagli stati in cui si sono trasferiti. Se una persona non isolata parte dall'Italia e va ovunque gli pare, all'autorità sanitaria non importa niente perché non è un problema di sanità pubblica italiana. Il problema semmai è quando rientra, perché è previsto l'isolamento di 14 giorni che per la gente comune significa stare a casa”. Di conseguenza si passa alla seconda risposta, una volta effettuati i controlli da prassi tutti i calciatori potranno da subito allenarsi senza aspettare due settimane. Una necessità più che un privilegio, comunque previsto dai protocolli: “A parte gli sportivi ci sono anche altre categorie coinvolte, penso a dei manager che magari devono viaggiare all'estero, non è che ogni volta fanno 14 giorni di isolamento là e 14 giorni in Italia. Seguono quello che viene chiamato isolamento attivo e che anche la Figc prevede”. Insomma, magari non a tutti avrà fatto piacere vedere i propri beniamini festeggiare più o meno in totale libertà, ma questa volta tutto rientra nell'ambito di ciò che era possibile fare.