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  • Ronaldo e il ping pong, Bale e il rugby: ecco tutti i fuoriclasse... degli altri sport

    Ronaldo e il ping pong, Bale e il rugby: ecco tutti i fuoriclasse... degli altri sport

    • Furio Zara
    Per sua stessa ammissione, scopriamo pure che - se solo avesse del tempo a disposizione - Cristiano Ronaldo sarebbe il numero uno anche a ping pong. Insomma: il portoghese ci sa fare, tra un topspin e una schiacciata si diverte a vincere anche al caro vecchio tennistavolo. Non è una novità. Gli sportivi - e più di tutti i fuoriclasse - sono divorati da un feroce agonismo, un’ambizione che li porta a misurarsi in campi alternativi alla loro specialità. Come spiegare altrimenti la suggestione che - ad anni alterni - ci porta a immaginare Valentino Rossi su un bolide di Formula 1? Anche lì, i tempi di Vale sono ragguardevoli, incoraggianti, speciali.

    Succede che ogni tanto i campioni si mettano in testa una fantastica idea. E la mettano poi in pratica. Prendete Usain Bolt: il re della velocità vuole giocare a calcio, ogni tanto ci prova, poi molla, poi riprende, ora è in Australia. Sta svolgendo dei provini con la Central Coast Mariners, club che milita nel massimo campionato australiano, la A-League. Ha detto: «Voglio vedere cosa riesco a combinare». La leggenda del basket moderno, Michael Jordan, il 6 ottobre del 1993 - sono passati ormai 25 anni - stupì il mondo annunciando il ritiro e il suo passaggio al baseball. Non c’erano questioni economiche in ballo, c’era semplicemente - come spiegò MJ - la volontà di provare a realizzare il sogno del padre, scomparso pochi mesi prima, che lo avrebbe voluto campione appunto di baseball, perché quello era il suo sport preferito e di quello parlava tutto il giorno con il Michael bambino. Fu così che MJ andò a giocare con i Birmingham Barons, in Alabama. Dissero che lo stipendio era di 5 dollari l’ora. Non era vero, ma fu bello crederci. Nel 1994 Jordan giocò 127 partite da esterno destro, ma i risultati non furono all’altezza delle aspettative.

    Non è un mistero che Zlatan Ibrahimovic sia un grandissimo appassionato di taekwondo. Lo pratica nel tempo libero, ne affina la tecnica appena può: piace pensare che certe sue acrobazie derivino proprio da quella disciplina. Nel passato è celebre la storia di Bruno Conti: nato a Nettuno, base americana alle porte di Roma, da ragazzino il futuro campione del mondo era un asso del baseball, tanto che ad un certo punto dovette scegliere, e non senza fatica, tra il «diamante» e la fascia laterale. Avrebbero potuto sfondare nel basket due buoni calciatori, uno degli anni ’90 - parliamo di Srecko Katanec (che da noi giocò con la Sampdoria: erano all’ultimo sangue le sfide uno contro uno con Luca Pagliuca) - e l’altro in attività, parliamo di Khouma Babacar, che a Dakar cominciò la sua attività sportiva giocando (benissimo) a pallacanestro. Anche Sergio Ramos non se la cava affatto male sotto canestro. Del gallese del Real Gareth Bale si sa che era un fenomeno a giocare a rugby, e non è difficile immaginarlo considerata la velocità di base: andate a rivedervi qualche sua celebre fuga in contropiede, è in tutto e per tutto un’azione da palla ovale.

    Infine: detto che molti ex calciatori appena finiscono di giocare si scoprono campioni nel green (Van Basten, Donadoni, Del Piero tra gli italiani, ma a livello europeo il top è sicuramente il francese ex Parma Boghossian), pure il ct della nazionale azzurra, Roberto Mancini, a fine carriera ha scoperto un altro sport. Il paddle. Gioca per divertimento, ma fino a un certo punto: i campioni vogliono sempre vincere, con un pallone tra i piedi o una racchetta tra le mani l’urgenza del successo è la stessa.

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