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  • Ronaldo ritrova il Portogallo e aspetta l’Uefa: è il giorno della verità

    Ronaldo ritrova il Portogallo e aspetta l’Uefa: è il giorno della verità

    • Alessandro Cosattini
    I giorni di Cristiano Ronaldo, tra Portogallo e Juventus. CR7 è tornato ad allenarsi col suo Portogallo a 9 mesi dall’ultima apparizione ufficiale con la sua nazionale. Ronaldo, infatti, non gioca una partita con i lusitani dallo scorso 30 giugno 2018, quando l'Uruguay ha sconfitto i campioni d'Europa per 2-1 negli ottavi di finale del Mondiale in Russia. Ronaldo è tornato ad allenarsi col Portogallo in vista degli impegni con Ucraina (22 marzo) e Serbia (25 marzo), sfide valide per le qualificazioni ad Euro 2020. Cristiano vuole dare il suo contributo al Portogallo e intanto aspetta il verdetto dell’Uefa sul procedimento disciplinare aperto il 18 marzo nei suoi confronti in vista dei quarti di finale di Champions League.

    IL GESTACCIO - È attesa per giovedì 21 marzo, infatti, la decisione dell’Uefa. Domani il portoghese e la Juventus conosceranno il verdetto della commissione disciplinare dopo il “gestaccio” del portoghese al termine di Juventus-Atletico Madrid. Ricordiamo i fatti: al termine dell’impresa bianconera nel ritorno degli ottavi di Champions targata CR7, il portoghese (autore della tripletta decisiva) viene immortalato mentre esulta replicando il gesto fatto dall’allenatore dei Colchoneros Diego Simeone (rivolto ai suoi tifosi) dopo la seconda rete dell’Atletico al Wanda Metropolitano. Un gesto volgare, usato dall’allenatore argentino durante la sfida d’andata per sottolineare come la propria squadra avesse “gli attributi”. In quel caso Simeone si scusò a fine partita, assicurò che il gesto non fosse rivolto agli avversari, e se la cavò con una multa

    COSA RISCHIA - Cosa rischia Cristiano Ronaldo in vista della sfida contro l’Ajax? Diversi fattori fanno pensare che Ronaldo - proprio come Simeone - potrebbe cavarsela con un’ammenda. L’Uefa ha aperto l’inchiesta per la violazione dell’articolo 11 e non dell’articolo 15. Una differenza da sottolineare perché la violazione dell’articolo 15 prevede automaticamente la squalifica, mentre quella dell’articolo 11 lascia la possibilità all’organo giudicante di scegliere la sanzione. Non esclude la squalifica (se in sede di giudizio venissero riscontrate delle aggravanti), ma solitamente, senza aggravanti, viene comminata una sanzione economica. L’articolo 11, citato nel caso di Ronaldo, è quello che parla di principi generali di buona condotta da seguire dentro e fuori il campo, con due comma in particolare (2b e 2d) in cui si parla di “condotte offensive o contrarie alla decenza” e di comportamenti che possano “portare discredito al calcio e all’Uefa” in particolare. L’articolo 15, invece, riguarda la cattiva condotta in campo e, tra i tanti esempi, al punto 1a in particolare parla di “provocare gli spettatori”: atteggiamento che comporta la squalifica automatica ma che, appunto, non riguarda Ronaldo. La Uefa dunque non ha ritenuto il suo un comportamento provocatorio, ma solo un “brutto gesto”, cosa che scongiura la squalifica automatica. 

    FIDUCIA JUVE - La Juve dal suo canto è sempre stata tranquilla e fiduciosa. Il vice presidente bianconero Pavel Nedved a margine dei sorteggi di Champions dichiarava in merito: “Non temiamo la squalifica, è stato un gesto che dimostra la sua forza. Le emozioni che ci sono sul campo devono rimanere lì, lui si è sfogato dopo essere stato insultato tantissimo a Madrid e anche in casa nostra. Lo capisco, non credo ci saranno sanzioni”. La società bianconera aspetta il verdetto, che dovrebbe essere la pena pecuniaria e non la squalifica. Domani è il giorno della verità, per la Juve e soprattutto per Cristiano Ronaldo. 
     

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